Bologna-Juve, le scelte di Allegri

Tra i bianconeri i nodi principali si concentrano nel reparto avanzato: Di Maria è fuori dai giochi, Chiesa da gestire e Kean non c’è. Milik è pronto
Filippo Bonsignore
4 min

TORINO - Torna Vlahovic ma si ferma Di Maria: non c’è pace per l’attacco della Juve. Neanche il tempo di salutare il ritorno tra i convocati del serbo, che Massimiliano Allegri deve forzatamente rinunciare al Fideo, frenato nell’allenamento di ieri da una contusione alla caviglia destra. Così il sorriso del tecnico non può che restare a metà, perché lo scenario non è dei più confortanti, là davanti. Si rivede Dusan, certo, ma il bomber non è al top, reduce pure lui da un problema ad una caviglia, mancherà Kean, alle prese con un guaio muscolare, e pure Chiesa è da gestire dal punto di vista fisico dopo le fatiche di coppa Italia e, in generale, dopo la lunga inattività. Max si aggrappa quindi a Milik per rivitalizzare un reparto in difficoltà per le condizioni fisiche dei protagonisti e per la crisi di gol che attanaglia il reparto. Zero reti nelle ultime tre uscite, tra Sassuolo, Napoli e Inter; mai più di una nelle ultime nove gare. E’ dalla vittoria in casa del Friburgo (2-0) risalente a quaranta giorni fa, che i bianconeri non hanno un fatturato maggiore.  

Svolta

Tutto su Arek, insomma, per avviare la svolta che deve arrivare a tutti i livelli, di squadra e di singoli. Perché pure il centravanti polacco è reduce da un periodo non facile, con quell’infortunio muscolare che l’ha tenuto fuori per due mesi. Un’assenza che ha fatto dilatare la distanza dall’ultima rete segnata, datata 22 gennaio contro l’Atalanta: sono 98 i giorni trascorsi dall’ultima gioia per il centravanti ex Marsiglia, che da quando è rientrato (contro il Verona, l’1 aprile) non ha ancora fatto centro. A Bologna avrà la chance per interrompere il digiuno. Con chi accanto? Allegri scioglierà questa mattina le riserve ma le opzioni a disposizione non sono tante. Una è Chiesa, con l’incognita però delle condizioni fisiche dopo aver giocato l’intera sfida contro l’Inter; l’altra è Vlahovic e le riserve nel suo caso non solo per le fatiche infrasettimanali ma perché è stato appena recuperato. La via più praticabile e verosimile potrebbe essere quella giovane, con Miretti, o Soulé, alle spalle di Milik.

Leader

La base, in ogni caso, è Arek, che ha usato parole da leader dopo che la coppa Italia è sfumata: «Sono giorni difficili e siamo tutti delusi, ma non è il momento di mollare, ci sono ancora degli obiettivi importanti da raggiungere. Siamo la Juve». Prova ulteriore di quanto sia diventato importante nello spogliatoio, nonostante sia alla sua prima stagione in bianconero. Una stagione in cui ha stupito tutti nella prima parte, per come si è facilmente integrato e per il suo impatto tecnico, in termini di gol (8 finora) e di effetti benefici per il gioco della squadra. Milik si trova bene in bianconero e l’intenzione è quella di rimanere a Torino: sul tavolo c’è il tema del riscatto dal Marsiglia visto che a fine giugno scadrà il prestito. La Juve può acquistarlo definitivamente per 7 milioni più 2 di bonus e l’investimento non appare proibitivo. Il passo decisivo, però, atteso entro oggi, non è stato ancora compiuto dalla Continassa. L’incertezza sul futuro del club, appeso all’esito delle vicende giudiziarie, ha consigliato qualche riflessione ulteriore e di aspettare a concretizzare il riscatto che non sembra in ogni caso a rischio. L’orizzonte si sposta, in ogni caso, a giugno. In attesa del futuro, Milik è un punto fermo del presente. 


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