Pogba, il chirurgo rassicura la Juve: "La lesione muscolare è secondaria”

Parla il dottor Ciatti che a Villa Stuart ha già operato Milik: “Nel caso del francese non era possibile suturare il menisco”
Pogba, il chirurgo rassicura la Juve: "La lesione muscolare è secondaria”© Getty Images
Guido D’Ubaldo
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ROMA - Il calvario di Paul Pogba non è ancora terminato, nella sua tormentata stagione si è di nuovo infortunato nella prima partita giocata da titolare. Una lesione muscolare che è causa indiretta del problema al ginocchio. Il francese fu operato a settembre per una lesione al menisco esterno e l’ortopedico che eseguì l’intervento chirurgico indicò due mesi per la ripresa della preparazione con i compagni. Allegri non ha mai potuto contare su di lui, la gestione è stata complicata perché il ginocchio si gonfiava dopo gli sforzi. Per capire la situazione di Pogba abbiamo interpellato il dottor Riccardo Ciatti, chirurgo ortopedico di Villa Stuart, da venticinque anni aiuto del professor Pier Paolo Mariani.

Dottor Ciatti, cos’è successo a Pogba?
«La lesione muscolare è un fatto secondario. Partiamo dall’inizio: una lesione del menisco esterno è diversa da quello del menisco interno. Per anni si pensava fossero uguali, ma il recupero di un menisco interno è molto più rapido. Si tratta con la meniscectomia, l’atleta dopo due settimane può riprendere l’attività. Per il menisco esterno non è così, ci sono problematiche legate alla funzione biomeccanica, con frequenti casi di versamenti e con la ripresa dell’attività i sovraccarichi portavano a presenze cartilaginee che dentro l’articolazione arrecavano irritazione alla membrana sinoviale. In passato tanti calciatori sono stati trattati con la meniscectomia per il menisco esterno, come Gullit, che da allora chiuse la carriera. Per questo il menisco esterno è considerato la tomba dell’ortopedico e del calciatore».



L’ortopedico che operò Pogba a settembre disse che poteva riprendere l’attività dopo due mesi.
«Pogba aveva già il tessuto meniscale di bassa qualità, non teneva. Nel suo caso non era possibile suturare, quindi il menisco è stato tolto».

Quali sono le soluzioni a questo tipo di patologie?
«Negli ultimi anni il professor Mariani affronta queste situazioni con una tecnica innovativa, non di routine. Si fa un doppio intervento, si toglie solo una parte, la più ridotta possibile, del menisco e si fa un rinforzo capsulare con un piccolo intervento in associazione al primo. In pratica si mette una protezione capsulare e si riduce la possibilità di condrolisi, lo sfaldamento della cartilagine. In ogni caso per un menisco esterno prima di 4 mesi non si può tornare in campo. Quando il ginocchio è sofferente anche la muscolatura tra i flessori femorali e il quadricipite perde equilibrio, quindi la ripresa deve essere graduale. La soluzione che abbiamo trovato ha dato buoni risultati. Un compagno di squadra di Pogba, Milik, lo abbiamo operato con questa tecnica e non ha avuto più problemi. Si fa in modo che il menisco esterno non sia più la tomba dell’ortopedico, ma ci sia una resurrezione...».


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