Picchia contro Allegri, il nuovo sport nazionale

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Picchia contro Allegri, il nuovo sport nazionale© Juventus FC via Getty Images
Ivan Zazzaroni
3 min

Da mesi lo sport nazionale è picchiare - e picchiare durissimo - contro Allegri. Nulla gli viene perdonato, azzerati tutti gli alibi, compresi i cataclismi societari e la grottesca modalità delle sentenze, l’obiettivo degli antipatizzanti è dimostrare che non è più capace di allenare in questo calcio spaziale e favoloso in cui i fenomeni della panchina sono gli analisti, i data addicted, gli artetas, la Next Gen. Di Pep, signori, ce n’è uno solo.

La malafede di alcuni attacchi spesso personali fa tanto giustizialismo da social e ignoranza e pregiudizio. Per la verità qualcuno si è accorto della nuova tendenza ipercritica assai prima degli altri. Pare infatti che il vivacissimo ottantaduenne Giovanni Galeone, per molti “padre spirituale” di Allegri, tempo fa abbia telefonato all’“allievo” per chiedergli se a quel tal giornalista accanito detrattore avesse portato via la moglie. Il vecchio Gio avrebbe usato un verbo più colorito, ma tant’è: Max è sempre stato un notevole tombeur de femmes, dubito tuttavia che si sia dato da fare con tutte le mogli o le fidanzate di chi da un anno e mezzo partecipa al gioco al massacro. Una sola vita non sarebbe bastata. «La Juve gioca male», «fa schifo, non ha un’idea» - le principali accuse peraltro prive di approfondimento -, «Allegri ha trascorso due anni a spendere i soldi della Juve e in bella compagnia, rappresenta il calcio che fu» e adesso «ci sarebbero dirigenti pronti a chiedergli di dimettersi», dopo che lui ha dichiarato pubblicamente che non lo farebbe mai. Stavo dimenticando «ha i giocatori contro», un classico del giornalismo sportivo quando una squadra si trova in gravi difficoltà. Ieri sera contro il Milan ho notato tanto impegno da parte degli juventini, tanta voglia di fare risultato, ma anche tanti errori individuali e incomprensibili personalismi. Dieci punti nelle ultime nove partite di campionato sono un bilancio parziale poco divertente, ma i 69 effettivi ottenuti fin qui, che pareggiano il conto con quelli della stagione scorsa, sarebbero valsi il posto Champions. Allegri è considerato un risultatista (alla Juve chi non lo è?), ma se poi non fa risultati che risultatista è?

L’anno sabbatico di Luciano

A “Che tempo che fa” il generoso di sé Aurelio De Laurentiis ha finalmente rivelato che nel corso della cena del ringraziamento - thanksgiving Lucio - Spalletti gli ha chiesto di essere liberato poiché vuole prendersi un anno sabbatico. Vincere uno scudetto a Napoli dopo trentatré anni e reggere il rapporto col Vulcano Aurelio ha un prezzo elevatissimo, usurante. Grande rispetto per la scelta di Luciano che nei prossimi dodici mesi vedrà di nascosto l’effetto che fa la sua assenza. Lascia anche Spalletti. Stavolta il governo di destra non c’entra.
PS. Marco Amleto Belelli, il Divino Otelma, uno che parla sempre di sé al plurale, ha raccontato che avrebbe voluto fare il giornalista. Gli rispondo così: c’è sempre spazio per tutti, caro Primo Teurgo della Chiesa dei Viventi.


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