Juve, Allegri come Garibaldi

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Ivan Zazzaroni
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L’ennesima dimostrazione di cosa e quanto possa cambiare - nel calcio degli umori, dei pregiudizi, delle antipatie e del risultato - un gol all’ultimo minuto. Se a Rugani non fosse riuscito il colpo della domenica, il quinto risultato “inutile” consecutivo della Juve avrebbe certamente ringalluzzito i troll - e relativi figli - dell’#allegriout regalando loro argomenti vecchi e nuovi. Quel golletto ha invece tarpato le ali della libertà di sparare minchiate agli attivissimi critici del tecnico livornese, spostando in avanti il bombardamento ad alzo (a) hashtag. La Juve ha vinto come sa o come può: alla fine e di sofferenza. C’è riuscita provando e riprovando a dribblare i propri limiti con l’orgoglio e anche un pizzico di disperazione: ha dato così un senso compiuto a una prestazione non eccezionale. Una partita di errori non solo difensivi, parzialmente corretti da Dusan Vlahovic che ha tenuto in vita la squadra con due soluzioni da centravanti vero.

Contro il Frosinone Allegri ha alzato il baricentro, puntando sul possesso e accettando di correre qualche rischio, uno dei quali ha prodotto il 2-1 di Brescianini. In precedenza il 4 o 5 contro uno nell’area di Szczesny aveva fatto ridere Cheddira, notevoli le responsabilità di Cambiaso. Ripeto per la centesima volta che la Juve ha questa cifra tecnica e che la qualità del gioco è condizionata anche - ripeto, anche - dall’esigenza di ridurre al massimo le ripartenze degli avversari, poiché il motore diesel della mediana non consente recuperi all’ultimo e allora si va di coperture – più che di marcature – preventive. (Oddio, parlo come quelli là). Per dimostrare che la Juve di Allegri sta facendo un campionato più che decoroso, ricordo che l’anno scorso dopo 26 giornate la stessa Juve era (meglio, sarebbe stata) seconda con 53 punti, contro i 57 attuali, e che l’Inter di punti ne aveva 50, la Lazio 49, il Milan 48 e la Roma 47. Il Napoli viaggiava a velocità siderali, le stesse dell’Inter attuale. Il Frosinone ha dato tutto quello che aveva e ha: princìpi di gioco, una buona organizzazione e la giusta determinazione, rare le distrazioni, sensibili le differenze. PS. Allegri è il primo allenatore, nella storia del campionato, a tagliare il traguardo dei 1.000 punti, frutto di 301 vittorie, 99 pareggi e 96 sconfitte. Senza il gol di Rugani si sarebbe fermato a mille, come Garibaldi. E, come Garibaldi, Max ha unito l’Italia. Ma contro di sé.


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