Rabiot e il futuro: “Rivincerò con la Juve”

Il centrocampista francese invia un chiaro messaggio al club: vuol restare ancora a lungo in bianconero
Filippo Bonsignore
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TORINO - Juve, vinciamo ancora insieme. Il messaggio è di Adrien Rabiot nel giorno della festa per le 200 presenze in bianconero. Alla Continassa ha ricevuto una maglia celebrativa personalizzata, i complimenti della dirigenza, il direttore tecnico Cristiano Giuntoli e il direttore sportivo Giovanni Manna, l'abbraccio di Massimiliano Allegri e dei compagni. «Pagherà a tutti una cena!» ha rilanciato Max, e via l'applauso dello spogliatoio. Sorrisi in casa Juve. Il francese è al quinto anno in Italia ed ora è diventato un leader, un punto fermo insostituibile e questo si interseca in modo diretto con il futuro. Come fare a meno di Adrien? Il contratto del centrocampista scadrà a giugno e l'intento della Juve sarebbe quello di replicare il colpaccio della scorsa estate quando, anche grazie al pressing di Allegri, è riuscita ad arrivare al traguardo del prolungamento per una stagione. Tra quattro mesi, appunto, il problema si riproporrà e chissà se riuscirà il bis. La partita è aperta e non è semplice da vincere anche perché all'orizzonte ci sono tanti club stranieri di prima fascia che osservano interessati l'evoluzione della questione. Arsenal, Tottenham, Liverpool, Bayern Monaco: le superpotenze si stanno muovendo e stanno sondando il terreno. Intanto Rabiot si confessa ai canali ufficiali del club ripercorrendo i suoi anni torinesi con parole che sono significative in ottica futura: «E' stato difficile all'inizio dovermi adattare ad una nuova squadra in un nuovo Paese. Tutti i compagni e lo staff mi hanno aiutato e accolto molto bene, i risultati sono arrivati ed è stato bellissimo vincere subito al primo anno. La prima volta non si scorda mai. Per me vincere uno scudetto con la Juve è una delle cose più belle anche se non abbiamo potuto festeggiare con i tifosi (era il 2019-20, epoca Covid, ndr), ma spero di vincerne altri qua». Musica per il popolo juventino, un proposito che suona come un segnale chiaro di apertura, quasi una auto conferma.

Il fattore Allegri

Logico che con Allegri ancora in panchina il nuovo matrimonio con la Juve potrebbe essere più semplice ma non è detto che, anche in caso di rivoluzione in panchina, l'accordo non si potrebbe concretizzare. «Il mister mi voleva anche prima del mio arrivo, quando ero ancora al Psg, poi sono arrivato con Sarri - racconta Adrien - l'avevo già conosciuto l'anno prima, abbiamo parlato e mi voleva in squadra, da lì è iniziato il rapporto con lui. Allegri è un grande professionista, ci sono pochi allenatori come lui, ho un buon rapporto. Sono arrivato a 24 anni a Torino, ora ne ho 29: prima sono stato nominato vice-capitano poi ho indossato anche la fascia di capitano, per me è stato emozionante, sono molto orgoglioso. E' un messaggio importante e significa che tutti hanno fiducia e mi apprezzano. Duecento presenze sono tante, è un bel traguardo: ho sempre cercato di dare il meglio e continuerò a farlo». Futuro bianconero all'orizzonte?


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