Juve-Milan, la finestra sul futuro che non c’è

Leggi il commento sulla sfida tra la squadra bianconera e quella rossonera
Cristiano Gatti
3 min

Strana aria su Juve-Milan. Quanta malinconia. In altre epoche, Allegri e Pioli sarebbero lì a maneggiare l’alta tensione della sfida estrema, in palio questioni di vertice e di primato. Invece, stavolta. Invece stavolta gli allenatori, senza darlo a vedere, hanno tutta l’aria dimessa di due traghettatori a fine turno. Traghettano da se stessi a un futuro che non li riguarda. Hanno un contratto, il futuro sembrerebbe definito, ma non gira così semplice: i contratti valgono fino a prova contraria, per esempio fino ai risultati dei due allenatori, freschi della stagione in cui hanno vinto pochino e perso quasi tutto. 

Eppure, Allegri e Pioli si presentano al mondo come se niente fosse. Non si capisce fino a dove arrivi la serietà del professionista e dove cominci la mascherata, la classica recita impassibile con la morte dentro. Resta il fatto che questa curiosa messinscena ha parecchio di surreale: sono precari - diciamo pure spacciati - e nonostante questo si vedono nel domani di Juve e Milan. Fissi, stabili, inamovibili. Niente schioda Allegri dalle sue certezze: «Tornare nell’Europa che conta sarebbe importante a livello economico per il club, il prossimo anno vorrebbe dire giocare in molte competizioni: campionato, Coppa Italia, Champions, Supercoppa, Mondiale per club. Sarà una stagione bellissima». Vista dal divano, pure comoda. 

Quanto a Pioli, in questo periodo non ha esitato a citare il suo incubo, Simone Inzaghi, dicendo che anche lui mesi fa era spacciato, poi però ha vinto lo scudetto. Come dire: può capitarmi lo stesso. Salvo omettere che anche lui è finito più volte in bilico, per non dire in testacoda, con le valigie già sul pianerottolo, salvo evitare il crash per un pelo, proprio nel finale, sbianchettando con un buon filotto i lunghi periodi di magra. Si vede: ci conta anche questa volta, basta vincerle tutte da qui alla fine, partendo da Torino, hai visto mai che ci ripensano di nuovo. Può davvero succedere, può succedere di tutto, il calcio ha la memoria corta e volubile. Ma se persino i suoi fan più autorevoli, i Sacchi e i Capello, si ritrovano a dire la stessa cosa, Milan prendi Thiago Motta per ripartire, significa che stavolta anche questo epilogo sa molto di siluro, ascendente divano. 

E a proposito di Thiago Motta, nome di punta della moda primavera-estate: Allegri e Pioli sono abbinati persino sotto i volteggi di questo stesso fantasma. Certo, lo sanno tutti, Motta incombe pure su Torino: alla Juve in tanti la danno già fatta, ebbasta col muso corto del Max, con Thiago ricominceremo a fare le cose serie. Allegri-Pioli: tu chiamale, se vuoi, depressioni. Insegna un vero amico di tutti quanti, il vecchio Seneca: non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. In qualche modo, suona giusta giusta nelle orecchie dei due traghettatori ineffabili. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA