Giustizia sportiva, Agnelli gioca ancora

I dubbi sollevati dal Tar del Lazio chiamano in causa la Corte Europea mettendo in discussione l'ordinamento dello sport. E al centro c'è sempre il caso legato all’ex presidente della Juventus
Giustizia sportiva, Agnelli gioca ancora© ANSA
Giorgio Marota
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Dalla svolta storica sulla Superlega alla sentenza che potrebbe mettere in crisi la giustizia sportiva italiana. Tra le due vicende, un comune denominatore: Andrea Agnelli. La creazione di un campionato europeo d’élite, fuori dalla gestione dell'Uefa che la Corte di Giustizia Ue ha considerato «abuso di posizione dominante», era un progetto dell’ex presidente della Juve. Lo stesso tribunale con sede in Lussemburgo, due giorni fa, è stato interpellato dal Tar del Lazio sul ricorso di Agnelli (e con lui dell'ex ad bianconero Arrivabene) in merito alla sentenza “plusvalenze”, con un paio di questioni esplosive da dirimere prossimamente. La prima: la natura dell’articolo 4 del codice sportivo, la norma-contenitore che legiferando su «lealtà, probità e correttezza» assume un potere sanzionatorio enorme sulle vicende più disparate, come ha insegnato il caso Juve. La seconda: il senso stesso dei ricorsi al Tar che, per chi proviene dai gradi della giustizia sportiva, può solo risarcire un danno subito e non stravolgere sentenze, senza dimenticare la questione di senso sulle squalifiche in relazione al trattato di funzionamento Ue sulla libertà dei lavoratori. Ci sono sentenze della Corte Costituzionale italiana abbastanza chiare in merito, eppure il dubbio in Lussemburgo è stato insinuato.

Restyling Juve: la progressiva "de-agnelizzazione"

Le battaglie di Agnelli - come le sue idee - continuano quindi a camminare su altre gambe e a propagarsi come il polline in primavera. Mentre in quella che era casa sua, la Juve, prosegue una progressiva “de-agnellizzazione”: tutti i dirigenti, gli allenatori, gli osservatori, le figure apicali e pure secondarie volute dall'ex presidente stanno uscendo dai quadri per una rinnovata visione societaria ispirata dal cugino John Elkann, l'ad di Exor, e affidata alla gestione di Scanavino, l'amministratore delegato. Dopo Allegri, l'ultimo ad abbandonare la Continassa sarà Federico Cherubini (contratto in scadenza il 30 giugno), una delle menti della NextGen ed ex braccio destro di Paratici sul mercato. Un restyling legittimo, eppure significativo.

I messaggi social di Andrea Agnelli sulla Juve

AA è fuori dal calcio dopo essersi dimesso insieme a tutto il suo Cda ormai 558 giorni fa; ufficialmente per consentire alla Juve, nel pieno della bufera di giudiziaria, di procedere con serenità verso i processi. Agnelli ha incassato 2 anni di squalifica per la quesitone plusvalenze e altri 10 mesi per le manovre stipendi. Lui non ha patteggiato e ha proseguito con l’iter giudiziario. Gli restano da scontare circa 1 anno e 4 mesi. Eppure, i casi Agnelli sono ancora al centro del dibattito pubblico. Il presidente che abbracciò per primo l’universo delle seconde squadre, il primo a inaugurare nel massimo campionato uno stadio di proprietà, oltre ad aver conquistato 9 scudetti di fila, non si è mai arreso. Sfida destino e giudici, ogni tanto twitta ricordando date e anniversari (come l'anno del 20° scudetto della Juve, il 1982, proprio il giorno della seconda stella interista) e quando non regala ai suoi follower qualche post criptico gioca a carte scoperte. Ricordate come ha commentato l'esonero di Allegri? «Grazie Max, hai rappresentato la Juve in ogni tua cellula».


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