Da lunedì Motta subisce una sorta di trattamento Ludovico. Ricordate Alex DeLarge (Malcolm McDowell) in Arancia Meccanica, film tanto caro ai... Drughi? La cura consiste nel mettere il “detenuto” (alla Continassa: molto ben pagato) nelle condizioni di subire passivamente input che vadano ad annullare la propensione alla violenza. Nel caso di Thiago, la propensione alla Juve.
Non passa giorno che quotidiani, tv, siti e scalzacani gli ricordino che dopo il Genoa dovrà fare le valigie: qualcuno - Tudor o Mancini - è pronto a subentrargli.
Ma perché dopo il Genoa e non prima? Secondo l’interpretazione più accreditata, per una mera questione di indice di liquidità; indice che viene rilevato trimestralmente (nell’occasione il 31 marzo) e comunicato alla Federcalcio a fine maggio.
L’esonero del tecnico e l’arrivo di un sostituto comporterebbero l’accantonamento di diversi milioni che farebbero sballare i numeri, creando un problema alla Juve, peraltro quotata in Borsa.
Dando credito a questa spiegazione, dovremmo perciò aspettarci il licenziamento di Motta il primo aprile (pesce padulo).
Esiste tuttavia la variabile ricapitalizzazione (straordinaria): se Exor decidesse di coprire l’eventuale buco, Thiago potrebbe saltare nelle prossime ore. E Tudor sarebbe il superfavorito visto che, a differenza di Mancini, ha accettato i 4 mesi.
Motta ha 42 anni, è nel calcio da sempre, ne conosce il bello e il brutto, il bellissimo e il bruttissimo: immagino che sia pronto ad affrontare qualsiasi situazione, anche la più sgradevole.
Ma, certo, questa è particolarmente pesante, soprattutto se si considera il modo in cui era arrivato a Torino.
La conclusione è questa: le rivoluzioni in Casa Juve hanno sempre un costo elevatissimo. Se devono essere totali, meriti e responsabilità vanno comunque distribuiti percentualmente.
Negli ultimi dieci mesi la società ha preso delle decisioni forti e scomode; da fuori, poco comprensibili. Alcune invocate a gran voce dalla tifoseria: ricordo ad esempio l’esonero di un allenatore che aveva appena vinto la coppa Italia e qualificato la squadra alla Champions e al Mondiale club (160 milioni), oltretutto il secondo per presenze nella storia della Juve. Ma ci può stare, visto che Allegri era totalmente sgradito. A maggio. Aggiungo lo smembramento di Vinovo (Next Gen), l’alleanza politica con l’Inter e l’assenza dello sponsor di maglia. La Juve senza sponsor è come la carbonara senza guanciale. Il lodevolissimo Save the Children ha il sapore della pancetta. Vuota.
PS. Garantisco che nelle prossime settimane si riparlerà di Conte alla Juve.