Giglio, lo storico fotografo della Juve ci ha lasciato un'immagine che durerà per sempre
Iconico per sempre, come i suoi scatti. È morto ieri Salvatore Giglio, storico fotografo del Guerin Sportivo e della Juventus. Nato a Palermo nel 1947, per quarant’anni raccontò le imprese bianconere e non solo nel modo più trasparente possibile: attraverso i suoi scatti che hanno immortalato istanti destinati a diventare storia. Nel 1998 stabilì il record di mille partite ufficiali al seguito della Juventus e nel 2009 fu inserito - unico italiano - nella squadra dei 14 Uefa World’s Best Soccer Photographers.
Salvatore Giglio, la Juve e il Guerin Sportivo
Aveva una capacità di cogliere l’importanza del momento fuori dal comune: basta dire le parole “Platini” (suo grande amico, così come Boniperti e tutti i calciatori della Juve dell’epoca) e “finale Coppa Intercontinentale” per avere di fronte agli occhi l’immagine di Le Roi sdraiato a terra come la Maja di Goya, dopo che gli fu annullato il gol più bello della sua carriera. L’anno era il 1985, la foto era di Giglio. Nello stesso anno aveva vissuto attraverso la lente del suo obiettivo la tragedia dell’Heysel: «Tutti i giorni mi chiedo se avrò fotografato l’ultimo respiro di quelle 39 vittime - raccontò tempo fa - quella sera mi sono ritrovato a fare il fotoreporter di guerra per quello che ho visto e fotografato». Che finì in copertina anche sul Guerino. «È stato il mio fotografo per tutta la vita - lo ricorda Italo Cucci - a fine giugno eravamo insieme a Marsala, andava tutto bene. Ma il brutto male si è ripresentato e in un battibaleno se l’è portato via». Insieme a Cucci scrisse il libro “1923-2023. Agnelli Juventus. la famiglia del secolo”. Migliaia le fotografie raccolte in quasi mezzo secolo di storia, per fermare il tempo e restare immortali.
