© LAPRESSE Juve, CdA e nuovi conti: scatta il bond da 150 milioni
Il bilancio 2024-2025 della Juventus, pubblicato ieri, presenta una perdita netta di 58 milioni che rappresenta un miglioramento rispetto al “rosso” di 199,2 dell’anno precedente, sebbene comporti ancora una chiamata degli azionisti a ricapitalizzare la società. Grazie al ritorno in Champions e al Mondiale per club (da cui sono arrivati, rispettivamente, 75 e 27 milioni) e al player trading che ne ha prodotti 110 (contro i 34 dell’anno precedente) i ricavi complessivi sono tornati sopra i 500 milioni: esattamente 529, superando di 135 il 2023-2024 e anche l’ultima stagione con la Champions, cioè il 2022-2023, quando i ricavi arrivarono a 507,6.
Continua la riduzione nei costi della rosa: il monte stipendi è calato in due anni da 255 a 220 milioni e gli ammortamenti dei cartellini da 159 a 124. Complessivamente, quindi, lo squad cost ratio (cioè il rapporto tra i costi della rosa e il fatturato) si attesta sotto il 70% fissato dalla Uefa e dunque entro i limiti del Fair Play Finanziario. La Juventus dovrà invece negoziare con Nyon il rispetto della regola di pareggio del bilancio, chiaramente violata ma con una progressione verso il pareggio che lascia ben sperare.
Sul versante finanziario, la dispendiosa campagna acquisti dell’estate 2024 ha chiaramente lasciato il segno, con un assorbimento di cassa di 96 milioni al netto delle cessioni di calciatori. Uno scossone che ha sicuramente contribuito a rendere necessairio, quasi per intero, l’aumento di capitale deliberato a marzo il cui importo non era ancora stato definito, se non nel limite massimo del 10% del valore complessivo di borsa del club.
Nella giornata in cui il CdA ha licenziato il progetto di bilancio, il club ha anche annunciato il collocamento di un prestito obbligazionario da 150 milioni. Un’operazione che va a colmare nelle fonti finanziarie il vuoto lasciato dal rimborso per scadenza, nel 2024, del bond precedente collocato nel 2019 per finanziare - si disse allora - l’acquisto di Ronaldo. Sul nuovo bond la Juventus pagherà una cedola per interessi del 4,15% annuo: il precedente pagava un tasso del 3,375% ma era stato lanciato con rimborso a cinque anni, mentre il nuovo scadrà nel 2037. E soprattutto, si fa notare da Torino, il livello dei tassi di mercato nel 2019 era nettamente più basso dell’attuale. Dunque, la nuova operazione segnala un miglioramento del merito di credito della società. Molto probabilmente, il bond consentirà un risparmio di interessi rispetto al costo delle normali linee di credito bancarie. In attesa di leggere il bilancio nei dettagli, i dati diffusi ieri denotano un progresso della Juventus verso la “normalizzazione”. Cioè verso una politica societaria orientata alla sostenibilità e alla capacità del club di finanziarsi con le proprie forze. Questo risultato non c’è ancora, come testimoniato dall’ennesimo aumento di capitale, di cui però si sapeva da mesi (parzialmente anticipato dalla controllante Exor). In virtù della perdita dell’ultimo anno, il patrimonio netto è sceso nuovamente a 13 milioni ma il versamento della seconda tranche dell’aumento di capitale consentirà di riportarlo a livelli di sicurezza. Complessivamente, le mosse della proprietà e la progressione dei risultati lasciano intravedere un percorso che dovrebbe consentire nei prossimi anni il raggiungimento di questo traguardo.
