Processo plusvalenze: perché la Juve chiede lo spostamento a Milano o Roma?

Il Gup ha deciso il rinvio al 10 maggio: il club bianconero riproporrà la competenza territoriale con lo spostamento del procedimento
Processo plusvalenze: perché la Juve chiede lo spostamento a Milano o Roma?© ANSA
Nicola Balice
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TORINO - Tutto rinviato al 10 maggio. Poco spazio ai colpi di scena in occasione dell’apertura dell’udienza preliminare relativa all’inchiesta Prisma, condotta dalla Procura di Torino nei confronti dei conti della Juventus relativamente al triennio 2018-2021. Il rinvio era nell’aria ed è stato deciso dal Gup Marco Picco dopo aver disposto la citazione di responsabili civili della Juventus e del colosso delle revisioni contabili Ernst&Young, come richiesto dai legali delle parti offese che puntano a costituirsi parte civile. Tra questi aspiranti parti civili ci sono circa cinquanta piccoli azionisti del club bianconero, una trentina rappresentati dal Codacons. Ma c’è anche come previsto la Consob, mentre l’Agenzia delle Entrate non si è presentata pur essendo stata inclusa dalla Procura di Torino tra le persone offese. Se la citazione della Juventus rappresentava una mossa attesa anche dalla difesa, meno scontata quella che riguarda Ernst&Young, presente non in tutte le richieste delle parti offese: determinanti in questo caso le figure tra gli indagati dei revisori per conto di E&Y, Stefania Boschetti (bilancio 2019) e Roberto Grossi (bilanci 2020 e 2021).

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La giornata

Volti distesi da parte di tutti i presenti all’interno dell’aula 2 del Tribunale di Torino, quella designata per i maxi-processi, dagli avvocati ai pm Marco Gianoglio e Mario Bendoni. Udienza iniziata alle 9.30 e sospesa poco dopo le 10 dal giudice Picco proprio per emettere l’ordinanza di citazione delle due società e fissare la nuova data dell’udienza. Decisioni comunicate alla ripresa dei lavori, alle 12.30 circa. Assenti tutti gli indagati, da Andrea Agnelli (rappresentato dall'avvocato Davide Sangiorgio) in poi, con il club bianconero difeso dall'avvocato Maurizio Bellacosa, associato dello studio dell’ex ministro della giustizia Paola Severino (anche lei parte del nutrito team di avvocati difensori degli indagati).

Il 10 maggio

Tutto rinviato al 10 maggio dunque. E quel giorno cosa accadrà? Prima di tutto si dovrà tenere e completare la fase della costituzione delle parti. Poi nel caso dovessero esserci i tempi utili sarà aperta la fase delle eccezioni preliminari: la prima e più importante resta quella della competenza territoriale, con la difesa che riproporrà davanti al Gup l’istanza di spostamento del procedimento da Torino a Milano o in subordine Roma. Sarà quella la partita più delicata da giocare a partire dal 10 maggio, prima ancora che si possa passare all’accoglimento o meno del rinvio a giudizio per la Juventus e i dodici indagati.

La competenza territoriale

Perché la Juve chiede lo spostamento a Milano o Roma? Tutto nasce dal comunicato diffuso dal club e che i pm hanno individuato come l’inizio del presunto reato di aggiotaggio, nota immessa nel sistema di diffusione delle informazioni della Borsa (sede a Milano) per poi essere diffusa al pubblico. Di questo si è occupato la Computershare che ha a sua volta sede legale a Milano, avvalendosi di un data center operativo a Roma: i legali bianconeri ritengono dunque che l’azione contestata sia stata commessa a Milano, secondo i pm invece a Torino in quanto «il comando di invio è sempre ordinato da dispositivi/uffici di Juventus». Il 10 maggio quindi il Gup potrà valutare se gli elementi in suo possesso siano sufficienti per prendere una decisione oppure, come da più parti ipotizzato, rimandare alla Corte di Cassazione in seguito alle novità procedurali introdotte dalla riforma Cartabia con conseguente nuovo stop di settimane o mesi.


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