Juve, sotto accusa anche gli “accordi sommersi” con altre squadre

La procura cita accordi sommersi. Ipotesi patteggiamento sul tavolo. La Juve avrebbe lo sconto di pena
Giorgio Marota
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E poi ci sono le «partnership», cioè gli accordi con le altre società che gli inquirenti definiscono addirittura “consorelle” della Juve visti i rapporti stretti e strutturati nel corso del tempo. Oltre a Paratici, per questo filone è indagato anche Cesare Gabasio, responsabile di tutte le questioni legali del club durante la gestione di Andrea Agnelli. Su questo fronte, tramite la coppia Paratici-Gabasio, la Juve è accusata di aver firmato con Atalanta, Bologna, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo e Udinese dei memorandum segreti mai depositati in Lega. Alcuni di questi, non corrisponderebbero alle operazioni ufficiali. Ad esempio: sarebbero stati trovati degli accordi privati che prevedevano l’obbligo di riscatto di un calciatore, mentre nel “vero” contratto si parlava solo di diritto di riscatto. Quelli che gli inquirenti ritengono essere quindi degli «accordi sommersi», con degli impegni presi in contrasto alle norme federali, costituiscono la base di questo terzo e ultimo filone d’indagine. Nel mirino degli 007 federali sono finite diverse trattative che uniscono la Juve ai club citati, come quelle che coinvolgono i calciatori Mattiello, Caldara, Romero (Atalanta), Orsolini (Bologna), Cerri (Cagliari), Audero (Samp), Demiral, Traoré (Sassuolo) e Mandragora (Udinese). 

Attesa

A questo punto viene da chiedersi perché sul banco degli imputati finisce - ancora una volta - solo la società bianconera. La risposta è semplice ed è dettata dalle circostanze: l’unica magistratura ordinaria ad aver chiuso le proprie indagini è infatti quella di Torino, mentre le altre “territorialmente competenti” hanno richiesto i documenti dell’inchiesta Prisma soltanto il 24 febbraio e stanno ancora studiando le carte. Per evitare di avviare un processo senza avere il quadro completo, la procura della Figc ha deciso quindi di procedere innanzitutto con la Juventus e di attendere, per le altre, gli sviluppi dei pm.

Rischi

Per questo nuovo trittico di accuse la Juventus rischia una stangata, consistente in altri punti di penalizzazione (il 4.1 ha già portato al -15 per la storia della plusvalenze...), ma anche una multa fino a tre volte l’ammontare corrisposto ai tesserati (art. 31.3), con l’aggravante (art. 14 comma c) di aver indotto altri (i calciatori) a violare le norme. Bisognerà però valutare, anche sulla base di ciò che accadrà il 19 aprile al Collegio di Garanzia, se ci sarà o meno un processo. I tempi dei due filoni - plusvalenze da una parte, stipendi, partnership e agenti dall’altra - si intrecciano e potrebbero indurre le parti a rivedere le proprie posizioni per guadagnare tempo, evitando di trascinare questa vicenda alla prossima stagione sportiva. 

Patteggiamento

I bianconeri potrebbero infatti decidere di patteggiare ai sensi dell’art. 126 del codice (prima del deferimento) o 127 (se lo farà dopo il deferimento), ottenendo una riduzione della pena della metà (primo caso) o di un terzo (secondo caso) rispetto alla procedura ordinaria, sempre se troveranno l’accordo con Chiné. È un’ipotesi sul tavolo da giorni e non va esclusa, perché scriverebbe la parola fine sul “caso Juve” in netto anticipo rispetto ai tempi - seppur brevi della giustizia sportiva - previsti nel caso di un processo che si giocherà su tre gradi, dal tribunale federale al Collegio di Garanzia.


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