Lazio, i grandi ex: «Lotito, ora parla ai tifosi»

Orsi, D'Amico, Wilson, Oddi e Fiore in redazione: «La gestione oculata non è sufficiente se non hai dialogo, cuore e passione. Questa lazio è sola perché non ha rapporti umani»
Lazio, i grandi ex: «Lotito, ora parla ai tifosi»© Bartoletti
Fabrizio Patania e Daniele Rindone
2 min

ROMA - Il Direttore Vocalelli introduce il forum: «Vi abbiamo chiesto di venire per fare un punto, per parlare di calcio, ma anche e soprattutto di Lazio e di lazialità che si sta un po’ perdendo, non solo a causa dei risultati sportivi, ma per tutto ciò che c’è intorno. Ci interessava capire, da chi l’ha vissuta da dentro e la guarda da fuori con occhio professionale, qual è lo stato dell’arte della Lazio e come si fa ad uscire da questa impasse, non di rassegnazione, ma di sofferenza isolata che hanno molti tifosi. Per questioni anagrafiche daremmo la parola al capitano Wilson». Com’è possibile che 70mila persone vadano all’evento  “di Padre in figlio” e duetremila persone vadano a vedere la Lazio? Che cosa sta succedendo? Dove sono quei 70mila tifosi?

WILSON - «All’Olimpico i 70 mila ci auguriamo di vederli tra qualche mese. Resta un fatto inoppugnabile. Chi pensa che il calcio sia solo un fatto razionale, sbaglia, perché sfugge alla matematica. L’elemento razionale è essenziale, primario, ma non finisce lì il calcio. Ci sono emozioni, passioni, rapporti umani. Quando mancano, manca il rapporto tra società e tifoseria. E’ strano come sempre si sia trovato un punto di incontro. Ora invece la rottura è forte, non ritengo ci siano momenti per riavviare il discorso tra le parti. I risultati c’erano l’anno scorso, è stato fatto qualcosa di molto importante, ma lo stadio pieno non l’ho mai visto. E ora siamo tornati ai tremila, quattromila paganti».

LEGGI TUTTO L'ARTICOLO SULL'EDIZIONE DIGITALE DEL CORRIERE DELLO SPORT IN EDICOLA

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA