Lazio, oggi alle 13 Consiglio Federale sullo scudetto del 1915

In Figc si valuterà la richiesta del club biancoceleste
Lazio, oggi alle 13 Consiglio Federale sullo scudetto del 1915
Cristiano Sala
4 min

ROMA - Serventi; Bona, Levi, Zucchi, Faccani, Grasselli; Donati, Saraceni, Consiglio, Fioranti; Maranghi. Cari tifosi laziali, leggete e ripetete a memoria questa formazione, perché potrebbe essere il terzo “11 scudetto” da tenere per sempre a mente dopo gli indimenticabili “Pulici, Petrelli, Martini…” e “Marchegiani, Pancaro, Nesta…”.

VIA ALLEGRI. Oggi consiglio federale alle 13. Difficile, ma non impossibile, che la Lazio possa festeggiare in questa giornata lo scudetto del 1915. Argomento che non è all’ordine del giorno eppure, come si legge sul comunicato della Figc, il presidente Tavecchio si riserva “comunicazioni” al tavolo dei membri del consiglio. Comunicazioni che potrebbero toccare la discussione attorno all’assegnazione ex-aequo tra Genoa e Lazio del torneo nazionale interrotto bruscamente dal primo conflitto mondiale. Negli ultimi giorni alcune società si sono accodate reclamando, a torto o a ragione, una parte da protagonisti nella vicenda. L’ultima, in ordine di tempo, è il Napoli ma, come vedremo, non ci sono i presupposti per strappare un diritto che la Lazio ha invece conquistato sul campo.

INCONTESTABILI. Il cuore della faccenda è questo: chi ha tagliato il traguardo della stagione 1914/15? Chi ha chiuso il campionato raccogliendo i punti necessari per arrivare alla finale scudetto (mai giocata)? Chi ha il diritto di chiedere un pezzo di quello scudetto? Lazio e Genoa, come vedremo, sono le uniche che hanno le carte in regola per partecipare a questa sfida da “ritorno al futuro”.

GIRONI. Lo scudetto del 1915 viaggia lungo la Penisola, a colpi di storia e di ritagli di giornale. Partiamo dal Nord: Genoa, Torino e Inter sono le squadre coinvolte. Ma solo il Genoa (al quale venne assegnato effettivamente lo scudetto) ha diritti quesiti, ovvero immutabili: Torino e Inter fecero già ricorso dopo l’assegnazione del titolo al Genoa e quel ricorso venne respinto. Dunque, non possono tornare sull’argomento. Eccoci arrivati al Centro: la Lazio ha dimostrato ampiamente, grazie soprattutto al lavoro dell’avvocato Mignogna, di aver vinto il suo girone, ottenendo il diritto di giocare la finale -mai disputata per i motivi che sappiamo- contro il Genoa. Infine, eccoci arrivati nel girone Sud. Girone si fa per dire, visto che c’erano soltanto due squadre: l’Internazionale di Napoli e il Naples. All’epoca la doppia sfida per accedere al penultimo step scudetto (la vincente avrebbe dovuto giocare contro la Lazio, poi - eventualmente con il Genoa), venne però annullata tra le due squadre campane per irregolarità di tesseramento. Giudizio già archiviato all’epoca e inoltre, oggi, nessuna società di calcio ha la stessa matricola federale di quei club, nessuno può essere considerato “successore a titolo particolare delle stesse” e pretendere revisioni sullo scudetto.

TRA FEDE E GIUSTIZIA. Curiosità: oltre alla serie A (Beretta, Lotito -che si asterrà da voto per l’evidente conflitto di interessi- e Pozzo), alla serie B (Abodi), alla Lega Pro (Gravina, Pitrolo e Rosso), alla D (Cosentino, Mambelli, Tonelli, Burelli, Caridi e Colonna), agli arbitri (Nicchi) e agli allenatori (Ulivieri e Perdomi), potranno votare sull’assegnazione ex-aequo dello scudetto 1915 alla Lazio anche i componenti dell’Associazione Italiana Calciatori. Composta esattamente da 4 giocatori: Tommasi, Perrotta, De Sanctis e Calcagno. I primi 3 sono ex giocatori della Roma: cosa voteranno nel “segreto” dell’urna?

 

 


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