Lazio, l’ex Castroman: “Via per colpa di Mancini. Zoff il migliore di tutti”

L’ala argentina, entrata nella storia biancoceleste per un gol al derby, ha parlato del suo passato: “Quella rete l’ha voluta Dio”
Lazio, l’ex Castroman: “Via per colpa di Mancini. Zoff il migliore di tutti”
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ROMA - Una rete al derby basta e avanza per entrare nella storia. Lucas Castroman, in una stracittadina in cui la Roma, a cinque minuti dalla fine vince 2-0, firma il pareggio definitivo sul 2-2 al 95’. Una corsa sotto i tifosi della Lazio, un ricordo impossibile da cancellare. L’argentino, ai microfoni del programma “Taca La Marca”, in onda su Radio Musica Television, ha parlato di quella giornata emozionante: “Ricordo tutto, è rimasto nel cuore dei laziali, ma in qualche modo anche dei romanisti. Perdevamo 2-0 e pensavo che non poteva accadere una cosa del genere, visto che la Roma non aveva fatto tanto più di noi. Con il gol di Nedved la partita si riaprì, personalmente appena entrai in campo ogni volta che avevo il pallone cercavo di puntare la porta avversaria. Dopo tre calci d’angolo consecutivi ho deciso che qualcuno doveva segnare, mi è arrivato il pallone e Dio ha voluto che mettessi la palla alle spalle del portiere”.

Il periodo alla Lazio

All’epoca del mio trasferimento alla Lazio c’erano molti connazionali, basti pensare ai vari Veron, Crespo, Simeone e Claudio Lopez. Hanno fatto tanto per me, aiutandomi anche ad apprendere la lingua italiana. La Lazio era una squadra di grandi campioni anche fuori dal campo, tutti sono stati fondamentali per il mio ambientamento in biancoceleste. Zoff? Ero stato richiesto da Eriksson, ma al mio arrivo in panchina trovai lui. Avevo tanta voglia di conoscere il calcio italiano e il confronto con un grande personaggio del genere è stata una cosa eccezionale. Zoff fu bravo a far giocare tutti e a fare le scelte giuste al momento giusto. Nonostante non fossi stato richiesto da lui ho avuto un bel rapporto professionale e mi ha trasmesso tanta tranquillità”. Poi su Mancini: "Ho avuto un rapporto personale molto complicato, ero in disaccordo con alcune sue decisioni e per questo decisi di lasciare la Lazio anche per il bene della squadra. In un post partita ebbi uno scontro con lui, ero oramai ai margini dello spogliatoio e il club doveva affrontare un impegno europeo contro il Benfica. Diversi giorni prima si infortunò Cesar e nonostante non rientrassi nei piani tattici fui schierato titolare, giocando anche discretamente bene, dopo tanto tempo che non mettevo piede in campo. A fine partita mi sentii chiamare, ma sapendo quello che Mancini voleva dirmi cercai di ignorarlo fino a quando non arrivammo allo scontro. Dissi di non essere il secondo di nessuno e tornando nello spogliatoio comunicai al mio procuratore di voler andare via. Ovviamente è una storia vecchia di anni, all’epoca ero molto giovane e la stessa Lazio era in difficoltà economica, vivevamo una situazione particolare sia noi giocatori che lo stesso mister, parliamo di un semplice aneddoto, tutto ciò è oramai da tempo alle spalle.”


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