Milinkovic sempre più leader della Lazio

A conti fatti è l’unico big presente al primo giorno di raduno: alle spalle stagioni vissute con grande responsabilità e rispetto della società biancoceleste
Milinkovic sempre più leader della Lazio© Getty Images
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Sergente d’onore, senza capricci o grilli per la testa. Big dentro e fuori dal campo, nessuna traccia di dissidi, si è fatto rispettare portando rispetto. Sergej Milinkovic, mai un'alzata di testa: al massimo l'ha usata per realizzare gol belli e pesanti. Sempre protagonista, spesso sul tabellino dei marcatori, all'asciutto è rimasto soltanto di polemiche. Zero sorprese in serbo dal momento del suo arrivo, comportamenti esemplari. Potrà aver sbagliato qualche prestazione, negli atteggiamenti è stato irreprensibile. Arrivò ventenne nel 2015, è cresciuto e maturato sotto ogni punto di vista, ai numeri in gara ha unito la professionalità delle azioni. Ci sono state bizze, calciatori in ritardo alle riunioni, sostituzioni polemiche, appuntamenti mancati, situazioni contrattuali contorte, addii dolorosi e discussi: una lunga lista di casi (avvenuti alla Lazio e altrove, ci mancherebbe) in cui non rientra la sua condotta.

E gli altri big?

Carico per l'inizio dell'era Sarri, a conti fatto l'unico big presente fin dal primo giorno di raduno. Acerbi e Immobile (assenti giustificati) sono aggregati con la Nazionale, affronteranno l'Inghilterra domenica sera e poi inizieranno il breve periodo di vacanze. Correa è impegnato con l'Argentina in Coppa America e rimane l'indiziato numero uno per essere ceduto: la sua partenza finanzierà gran parte del mercato biancoceleste. Luis Alberto, rimanendo a centrocampo, è il giocatore sotto la luce dei riflettori per le visite mediche saltate senza preavviso. Nessun via libera ricevuto dall'alto. (...) Milinkovic riparte con la solita abnegazione, dalle sue qualità e dallo spirito di appartenenza dimostrato nel tempo. (...)

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