Lazio, il bilancio del ritiro: da Sarri a Luis Alberto

Si chiude la prima fase di preparazione dopo diciotto giorni ad Auronzo: è tempo di tirare le somme
Lazio, il bilancio del ritiro: da Sarri a Luis Alberto
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AURONZO DI CADORE - Fine del quattordicesimo ritiro sotto le Tre Cime di Lavaredo per la Lazio. Il primo dell’era Maurizio Sarri. Il tecnico biancoceleste ha iniziato a creare e modellare la squadra appena diciotto giorni fa. Quattro amichevoli, 27 gol segnati, 3 subiti. Sprazzi di idee sarriste, ma è ancora presto per vedere la vera creazione. E questo ritiro ci lascia in dote tante situazioni. La prima: Sarri è un personaggio. I tifosi se ne sono subito accorti.

É la Lazio di Sarri subito ad Auronzo

Ovvio che i riflettori all’inizio del ritiro erano tutti accesi su Maurizio Sarri. Appena messo piede in Cadore, sceso dal bus, i tifosi gli hanno dedicato applausi e cori. Lui ha ricambiato. Poi giù a testa bassa per lavorare. Non si è mai risparmiato. Dopo un anno di stop la voglia di allenare gli è pure cresciuta. L’ufficio personale al campo, i richiami tra il serio e il faceto (‘Se alzi la palla ancora una volta ti do rigore contro’). Qualche sfuriata, normale, tanti insegnamenti ai suoi nuovi giocatori per inculcargli le sue idee di calcio. Sarri si è preso subito la Lazio. In questo è stato un maestro. Ha gestito il caso Luis Alberto con il dialogo e lo ha immediatamente lanciato in campo. Ragione sua.

Luis Alberto: prima disertore, poi bomber

Prendere o lasciare, così è Luis Alberto. Colpo di testa estivo: non si presenta al raduno. Va in ritiro dopo una settimana. Sarri e il gruppo lo perdonano. La Lazio lo multa e manda giù un altro capriccio del Mago. Che però si presenta ad Auronzo in super forma. Capta i segnali sarristi in un battito di ciglia: segna nelle amichevoli sette gol totali. Nessuno come lui. Risposte importanti in vista dell’avvio di stagione. Va gestito dal punto di vista personale. Toccherà a Sarri.

Baby Romero che impressiona

L’altra notizia positiva del ritiro estivo è quella che porta il nome di Luka Romero. Sedici anni, arrivato nell’ultima settimana di preparazione e subito messo in campo. Sotto le Tre Cime di Lavaredo si presenta con l’etichetta di ‘Mini Messi’. Incredibile, irreale, eppure strappa applausi non solo dai tifosi, ma anche dagli addetti ai lavori. Nell’ultima amichevole, quella contro il Padova, entra nella ripresa e dà scosse continue sulla corsia di destra. Sfiora il gol, diversi dribbling, intensità. Rimarrà in rosa, ha già la conferma. E in Germania, a Marienfeld, vuole continuare ad imparare tra i grandi. C’è anche lui. La Lazio si ritrova così un tesoretto da far crescere ancora. Il talento si vede.


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