Lazio, la Champions un sogno da inseguire

Lazio, la Champions un sogno da inseguire© BARTOLETTI
Alberto Dalla Palma
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Dieci punti nelle ultime quattro partite proiettano la Lazio in zona Champions, almeno per una notte e in attesa di Atalanta-Juve, che può diventare la partita della verità. Tre gol al Bologna, con Zaccagni mattatore, come tre gol aveva segnato a Salerno e a Firenze, dove la porta era sempre rimasta imbattuta, come contro Gasperini all’Olimpico. Se negli ultimi due mesi non ci fosse stato il tracollo di Milano nei quarti di Coppa Italia, potremmo parlare di una squadra che è entrata in sintonia con Mau, ma pensiamo che non sia più il caso di azzardare perché tra quattro giorni ci sarà la trasferta di Oporto, spareggio di Europa League, e il tecnico toscano ha già messo le mani avanti, confermando che le Coppe non sono nel suo cuore. Eppure con il Chelsea aveva conquistato il trofeo, vivendo emozioni uniche. «Giudicherò la Lazio a Udine e non in Portogallo, dove affronteremo una squadra molto forte, che ha vinto 19 partite» ha spiegato Sarri dopo aver battuto il Bologna. Non proprio l’approccio ideale, soprattutto per una Lazio che vive in altalena proprio come il suo allenatore, pronto a sottolineare alla vigilia della sfida con il Milan quanto la Coppa Italia sia diventata negli ultimi anni «un torneo antisportivo». A Mau, a cui piace il lavoro sul campo, basta e avanza il campionato: se potesse, lo fa capire ogni volta che la Lazio ha di fronte un impegno infrasettimanale (e si vede...), giocherebbe solo quello, ma quando sei uno dei più bravi e uno dei più pagati, almeno nella nostra serie A, bisogna interpretare tutte le partite come se fossero quelle della vita.
Vedremo che cosa ne pensa il presidente Lotito, che nel frattempo tiene nel cassetto il rinnovo annunciato il 14 dicembre scorso e mai reso esecutivo con la consegna del contratto al suo interlocutore. Intanto i tre gol al Bologna hanno consentito ai biancocelesti di allungare il passo e di prendersi una bella rivincita dopo la figuraccia dell’andata. All’Olimpico si sono invertite le parti: Lazio lucida e determinata, oltre che favorita da un generosissimo rigore, Bologna fiacco e completamente assente per almeno un tempo. E quando sembrava che i cambi di Mihajlovic l’avessero scosso (dentro Kasius e Barrow), si è consegnato ai contropiedi micidiali di Zaccagni, che con questa doppietta ha stregato definitivamente anche il ct Mancini, presente in tribuna. Quattro punti nelle ultime nove partite, addirittura sette sconfitte: in casa rossoblù è da tempo suonato il campanello di allarme, quello che all’improvviso ti consiglia di arrivare il prima possibile alla quota salvezza. Poi ci sarà tempo per riprendere a divertirsi, anche se Mihajlovic dovrà fare i miracoli con una rosa così ristretta e non certo competitiva per entrare nella zona sinistra della classifica. Sinisa, si sa, è abituato a fare miracoli, ma un giorno potrebbe non bastare il suo valore aggiunto per arrivare in porto con serenità: la difficoltà offensive del Bologna sono abbastanza evidenti e anche ieri all’Olimpico Arnautovic ha avuto un solo spunto degno di nota, troppo poco se consideriamo che il tecnico serbo lo aveva voluto per fare il salto di qualità.
Problemi di organico li dovrà sopportare anche la Lazio, che ha perso Lazzari per molte settimane e, in vista di Udine, anche Leiva e Luis Alberto, squalificati. Sarri dovrà confrontarsi con una situazione che conosceva e forse per questo sta pensando alla trasferta di Oporto con qualche fastidio: se solo avesse ottenuto i rinforzi che chiedeva a gennaio, adesso potrebbe guardare avanti con più ottimismo. Gli arrivi di Kamenovic, scartato ad agosto e tesserato solo per interessi del club, e di Cabral, che non è un vice Immobile ma un esterno di ruolo, lo hanno lasciato indifferente. Mau dovrà arrangiarsi con quello che ha, sperando che in estate, sul mercato, venga fatto qualcosa di meglio e, soprattutto, di suo gradimento.


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