Il 24 gennaio 2015 fu il protagonista assoluto del 3-1 con cui la Lazio di Stefano Pioli regolò il Milan, allenato da Pippo Inzaghi. Marco Parolo realizzò una splendida doppietta e trascinò i biancocelesti, che per l'occasione sfoggiarono per la prima volta la maglia bandiera, al successo. "Quella gara me la ricordo benissimo, fu un’emozione grandissima soprattutto per ciò che rappresentava la maglia bandiera. Fu una serata incredibile nella quale segnai una doppietta. Il primo gol fu propiziato da un assist di Klose, mi auguro che la Lazio domenica possa ripetersi". Ai microfoni di Lazio Style l'ex centrocampista e attuale commentatore di Dazn, gioca in anticipo la sfida dello stadio Olimpico, posticipo della 34esima giornata di campionato. "La Lazio contro il Milan deve giocare una gara d'orgoglio per affrontare al meglio una delle migliori formazioni della Serie A ed ottenere il risultato. Il Milan ha bisogno di vincere per mettere pressione all’Inter che mercoledì recupererà il match con il Bologna, i biancocelesti devono provare a conquistare il bottino pieno per testimoniare di essere in crescita, alimentando anche la lotta per la zona europea".
"Immobile non è la ciliegina, è la torta"
Marco Parolo punta su Ciro Immobile. "Più che la ciliegina è la torta della Lazio, arricchita anche da ingredienti come Milinkovic, Luis Alberto e Zaccagni. I biancocelesti forse avrebbero bisogno di una ciliegina come avvenuto con Pedro, un calciatore che può offrirti esperienza in determinate partite. Giocatori del genere alzano il livello della squadra dando anche nuovi stimoli al resto del gruppo. La Lazio è una squadra che sta facendo bene, ma che non ha ancora trovato la continuità". I biancocelesti affronteranno Stefano Pioli, che ha guidato la Lazio per due stagioni. "Ho avuto un ottimo rapporto con lui, un allenatore bravissimo, capace di leggere bene le partite variando anche lo schema di gioco lasciando fermi alcuni suoi principi. Il suo unico limite, forse, era quello di essere un leader vero dello spogliatoio, un qualcosa che non si riuscì a ripetere nel suo secondo anno nella Capitale".