Lazio, Sarri: "La protesta dei tifosi non ci condiziona. Voglio l'Europa"

Il tecnico biancoceleste, in conferenza stampa, ha presentato la gara contro il Milan e parlato anche di futuro: "Mi farò condizionare solo da parole Lotito"
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FORMELLO - La Lazio senza Curva Nord e con pochi tifosi è pronta alla sfida al Milan. All'Olimpico punti pesanti quelli in palio, utili per un posto in Europa. In settimana ha tenuto banco la questione dello sciopero dei laziali per il caro biglietti, ma Sarri, in conferenza stampa, prova a guardare oltre: "Il Milan è una squadra forte, ci sono poche considerazioni da fare. Prende pochi gol, la distanza 3 mesi fa con noi era netta, ora speriamo di assottigliarla. La nostra è una squadra che in 12 partite ha fatto 12 punti, siamo in crescita. Spero di vedere un match diverso dagli altri due. Anche quando non domina, il Milan ti fa male. Speriamo di vedere un match diverso. La settimana è stata difficilissima, tutte le situazioni ti portano difficoltà. La mente è su chi sta bene, ma una settimana con 8 giocatori influenzati in contemporanea è difficile. Vediamo se recuperiamo qualcuno, non è stato un momento facile”.

Sarri tra futuro e voglia d'Europa

"Sarà una sfida punto a punto fino alla fine per un piazzamento in Europa. Il contratto? Non mi possono far condizionare dal finale di stagione. Mi lascio condizionare solo dalle parole del presidente. Nel calcio i contratti non servono a niente. Posso avere 10 anni di contratto, ma se non sono più in sintonia con i programmi e l'ambiente posso andare via. Al contrario posso non avere il contratto, ma essere sicuro di rimanere. Il contratto è l'ultima cosa che mi interessa. Mancano 5 partite alla fine, tutte sono motivo di rischio e opportunità. Perdere punti ora è problematico, dobbiamo raccattare tutti i punti possibili. La protesta dei tifosi? Non penso che condiziona la squadra, la mancanza di sostegno allo stadio magari sì. Ma pochi o tanti ci hanno sempre aiutato. Non conosciamo dettagli, sono situazioni che forse partono da lontano, non ho uno studio per dare un'opinione, a noi interessa il sostegno per chi è allo stadio. Sarà determinante per noi essere aiutati durante la partita".

Il momento della squadra e il futuro

"Milinkovic ieri ha fatto tutto il lavoro con noi, sembrava tra quelli meglio colpiti dall'influenza, ma ho visto ricadute, gente sfebbrata che l'ha ripresa. Fino a domani non so chi potrà giocare o meno. Ci manca il passo per diventare forti, per ora non lo siamo stati da altissima classifica. È un problema decennale, negli ultimi 7-8 anni non c'erano Inter e Milan, e la Lazio ha fatto la Champions una volta sola. Ora è più complicato, è un discorso decennale e non di 3 mesi. L'ho sempre detto, sarebbe più preoccupante arrivare quinti senza la sensazione di aver costruito qualcosa, che arrivare ottavi avendo invece costruito. Il finale di stagione sarà determinato dagli episodi, quindi mi interessa relativamente poco. Zaccagni? Penso non sia cambiato nulla, in una stagione un giocatore può rendere un po' meno, è normale. Sembra che fisicamente sia impossibile essere al top per più di 20 giorni, facciamo uno sport in cui non si può puntare, abbiamo 50 eventi da rispettare, in alcuni si arriva al top, ad altri meno".


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