Del Piero: "Immobile ama migliorare: come piaceva a me"

Lo storico capitano bianconero sull'attaccante della Lazio: "Si vedevano già alla Juve le sue qualità fisiche. E che continuità"
Del Piero: "Immobile ama migliorare: come piaceva a me"
Marco Ercole
4 min

ROMA - Ha cercato di imitarlo, lo ha ammirato, lo ha preso come punto di riferimento. E oggi, a distanza di anni, lo può provare a raggiungere. Se oggi tanti bambini esultano "alla Immobile", infatti, è anche perché quando aveva la loro età Ciro faceva lo stesso celebrando i suoi gol "alla Del Piero". Un modello che lo ha spinto a crederci sempre, a non mollare mai. Nel giorno dell'addio al calcio dell'ex capitano della Juventus, l'attaccante della Lazio postò sui social network un collage di due foto: una con lui piccolissimo, in posa con un giovane Alex in tuta della Nazionale; l'altra più recente, con entrambi adulti e affermati. «Sono passati tanti anni da questa prima foto insieme... Ero solo un bambino che ti guardava con tanta ammirazione, la stessa che ho ancor oggi. Vorrei poter essere d’esempio ai giovani d’oggi come lo sei stato tu per me», la didascalia scritta a corredo di quelle immagini.

Immobile e il record

Una stima infinita, che Del Piero ha ricambiato con orgoglio: «È vero - ha detto al Corriere dello Sport - abbiamo avuto modo di vederci e anche di parlarci a distanza, in onda su Sky, dopo alcuni dei suoi tanti gol, ed è sempre stato molto carino nei miei confronti. Lo ringrazio e mi fa piacere. Io credo che ci possa unire la mentalità con la quale lo vedo ogni volta lottare e, ribadisco, lavorare per migliorarsi nel tempo, anche in età più matura». Oggi, a 32 anni, Immobile (182 reti) si appresta a cominciare il campionato che probabilmente gli consentirà di raggiungere e superare il suo idolo (188) nella classifica dei marcatori all time della Serie A: «Non ho grande gelosia per i miei record, sono contento anzi che se ne parli e che ci sia chi possa dare il massimo per superarli. Dunque, quando accadrà, gli farò i complimenti». Gol a parte, è un intreccio particolare quello che lega i due bomber. Già, perché Immobile da adolescente ha avuto l'opportunità di studiare da vicino il suo mito, entrando a far parte del settore giovanile della Juventus e cominciando a far parte del giro della prima squadra, in cui all'epoca Alex era già leader e trascinatore.

Gli incroci del destino

Il destino ha voluto che sia stato proprio il suo mito a lasciargli il posto per tre differenti esordi, in Serie A (14 marzo 2009, in casa con il Bologna), in Champions League (25 novembre 2009, in trasferta a Bordeaux) e in Coppa Italia (13 gennaio 2010): «All’epoca - continua Alex - era già chiaro che avesse una struttura fisica e delle potenzialità da giocatore di alto livello. Certamente non era possibile prevedere una carriera come quella che ha fatto, soprattutto dal punto di vista della realizzazione. E della continuità con la quale riesce a fare gol e a essere determinante. Certamente si capiva che aveva l’atteggiamento e l’umiltà necessaria per migliorarsi sempre». Qualità che però non gli hanno impedito, come accadeva anche a Del Piero, di ricevere critiche ogni volta che ha vestito la maglia della Nazionale: «Quelle ci sono e ci saranno sempre, non me ne sono mai lamentato, anche se a volte danno fastidio. Basta che in Nazionale ci sei e sei tra quelli che hanno l’onore immenso di vestire quella maglia. Credo che questo valga anche per Ciro. Ha vinto un Europeo, e sono certo che avrà ancora occasioni per essere protagonista».
 

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