La rabbia di Immobile: dalla Lazio vuole di più

Nell'amichevole persa 4-1 contro il Genoa è stato sempre lui a segnare l'unico gol biancoceleste, ma a fine primo tempo era molto amareggiato e non lo ha nascosto
La rabbia di Immobile: dalla Lazio vuole di più© Getty Images
Daniele Rindone
4 min

GRASSAU (Germania) - Ciro, naturalmente. A lottare contro tutti, per tutti. Non si può sempre pensare di restare aggrappati ai suoi colpi. Lui dà il massimo e la Lazio non riesce neppure a dare il minimo, ha giocato sotto dittatura del Genoa. Morale, fisica, tattica, tutte aggravanti. Suo l’unico gol, di Immobile. Infilandosi tra Bani e Dragusin, rimanendo in equilibrio sulle punte, colpendo da terra, ruzzolando. Suo anche l’unico spunto (su cross da fuori) che ha avvicinato Felipe al 2-2 (prima della goleada del Genoa). Immobile era deluso e arrabbiato a fine primo tempo (il risultato era appena 1-2).

Sconfitto e sconfortato, si è seduto in panchina e ha masticato parole amare. S’aspettava un’altra Lazio, con più lampi, quantomeno capace di reagire. S’è trovato di nuovo a cantare e a portare la croce. Troppe volte in passato ha predicato nel deserto. Non è un capitano accusatore, è un capitano trascinatore e quando sente il dovere di lanciare segnali di avvertimento e di scossa lo fa. Siamo a fine luglio, i carichi di lavoro sono aumentati, possono annebbiare le idee, non possono spegnere il fuoco sacro che deve animare la Lazio.

Il simbolo

Immobile da anni continua a garantire gol, corse e rincorse. Sogna una Lazio più forte dell’ultima, realmente sarriana. Era stato tra i pochi a sposare convintamente il nuovo corso un anno fa. Ha fatto da tramite tra tecnico e compagni, la sua leadership è sempre più totalizzante, in campo e fuori. Ha aiutato Mau e la società a chiudere i colpi di mercato, si è interessato in prima persona, ha parlato con molti degli obiettivi, li ha spinti a sposare la causa. L’anno scorso si era partiti da zero, sotto alcuni punti di vista si partirà da zero anche quest’anno. La difesa è cambiata, sono nuovi tre centrali su quattro. Anche il portiere. Sarri ieri ha rivolto la maggior parte delle indicazioni (e degli strali) a Casale e Romagnoli, a Lazzari e Hysaj. Li voleva più alti, la linea s’abbassava troppo ed era lontana dal centrocampo. Il Genoa (che giocherà in B) è stato l’avversario più tosto e preparato affrontato in questo precampionato, lavora per tornare subito in A.

La differenza

Ciro solo pochi giorni fa, a conclusione del ritiro di Auronzo, aveva tracciato un primo bilancio, aveva colto segnali di cambiamento e di crescita: «Nello scorso campionato inizialmente abbiamo avuto qualche piccolo problema dovuto al cambio di modulo, ma nonostante questo abbiamo chiuso quinti. Siamo sulla strada giusta, questa squadra è forte sia dal punto di vista tecnico che tattico, ma soprattutto sta migliorando nella testa. I nuovi si sono inseriti bene, c’era bisogno di aria fresca nello spogliatoio, è facile inserirsi nel nostro contesto perché mettiamo tutti nelle migliori condizioni».

I concetti restano

La sbandata di ieri fa parte del processo di preparazione estiva, ma dev’essere analizzata bene. Lo farà Sarri oggi, è prevista una doppia seduta. Sarà replicata anche domani. L’ultimo test di luglio è previsto sabato contro la nazionale del Qatar, si giocherà a Grödig, in Austria, nel salisburghese. Mau usa caricare la squadra prima di ogni partita, fa un discorso motivazionale. Era successo anche ieri mattina, sul campo del Das Achental Resort di Grassau, lo stesso che ha ospitato l’amichevole col Genoa, la quinta del precampionato. La peggiore. La Lazio deve uscirne più forte.


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