Lazio, quante favole nel segno di Maestrelli

Lazio, quante favole nel segno di Maestrelli© BARTOLETTI
Alberto Dalla Palma
3 min

L’Olimpico sembrava avvolto in un incantesimo, come se il destino avesse scelto questa domenica per celebrare la Lazio e tutti i suoi tifosi. L’immagine di Tommaso Maestrelli, l’indimenticabile Maestro, al centro della curva a lui intitolata a soli quattro giorni dal centenario; il figlio Massimo, tra qualche lacrima e molti sorrisi, a rappresentare una famiglia che ha scritto pagine forse irripetibili della leggenda biancoceleste: mentre attraversa lo stadio ringraziando la gente di tanto amore, l’aquila volteggia ancora sopra la sua testa, come se dal cielo fosse sceso per qualche istante anche suo papà; il primo gol di Romagnoli da quando indossa la maglia della squadra del cuore, un ex ultrà della Nord che diventa una nuova icona del tifo laziale: commovente anche la sua corsa sotto la curva che occupava prima di diventare un calciatore; poi la grandezza di Milinkovic in mezzo al campo e in area, gli assist e i gol di un attaccante, la sostanza di un mediano, il talento di un fantasista; e infine il poker allo Spezia, che proietta la squadra di Sarri in zona scudetto tra l’indifferenza dei rivali. Meglio di così, non poteva andare: come se, appunto, l’incantesimo creato intorno al ricordo di Maestrelli avesse scatenato la partita perfetta. Anzi, la domenica perfetta, nonostante il rigore sbagliato da Immobile che lo stadio ha celebrato come un gol per non far sentire Ciro un uomo meno felice.

È la prima volta che la Lazio di Mau riesce a vincere tre volte consecutive: dopo il successo contro il Verona, il doppio 4-0 con la Cremonese e lo Spezia. In mezzo il tracollo in Danimarca, unica ombra di questi primi mesi della stagione: giovedì, a Graz, nella Coppa tanto sgradita a Sarri, servirà una conferma che tutto sta cambiando e che qualcosa sta nascendo. La squadra sembra aver imparato la lezione, gioca e si diverte, a volte sembra quasi deridere gli avversari ma in realtà qualche volta ha ancora qualche passaggio a vuoto, in grado di spingerla verso un burrone. Sarri sta lavorando proprio su queste pericolose amnesie, spesso chiedendo soccorso a una panchina che gli off re molteplici soluzioni rispetto alla stagione scorsa. Se a gennaio la Lazio occupasse la stessa posizione di oggi, o addirittura un posto migliore, sarebbe un delitto non consegnare a Mau un vice Immobile e un esterno sinistro. Se incantesimo è, cerchiamo di non romperlo perché ora è davvero tutto troppo bello.

 


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