Lazio, Sarri ha capito subito

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Lazio, Sarri ha capito subito© ANSA
Alberto Dalla Palma
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Sarri ha capito tutto e subito, gli è bastato meno di un anno per intuire che il derby non è una partita come le altre, come sosteneva Zeman, e ieri si è visto. Ma quale spettacolo, ma quale palleggio ossessivo, ma quale possesso a tutto campo: sono altre le partite in cui devi vincere con il gioco, ammesso che giocando bene si vinca, non certo questa. Mau, dopo il rovescio contro la Salernitana e la batosta di Rotterdam, alla Lazio ha dato solo il coraggio e la cattiveria, la testa e la personalità perché non era il caso di fare gli esteti: senza Immobile e Milinkovic, il tecnico ha badato al sodo e ha vinto, anche proteggendo il gol di Felipe Anderson con le barricate finali. Non si è vergognato e lo ha spiegato subito dopo la partita, cogliendo in pieno l’animo del laziale.

«Questo non è un derby di Londra, questo è un derby diverso, volevamo giocare solo per la nostra gente e accontentarla, non era il caso di pensare allo spettacolo». Pur essendo un allenatore catalogato nel gruppo degli integralisti, Sarri ha invece dimostrato di sapersi anche adattare alla situazione comportandosi di conseguenza. Sì, ha vinto un derby facendo la guerra, metro su metro, contro i suoi avversari e trascurando il gioco. Perfettamente calato nel clima dell’ambiente biancoceleste, è riuscito a intepretare la partita che serviva: tosta, cattiva, anche con la palla spedita in tribuna quando era necessario.

A metà degli anni ’90, Zeman si rifiutò di celebrare una vittoria della Lazio nel derby sostenendo che non aveva vinto la squadra che lui aveva preparato: quella domenica, infatti, i giocatori avevano trascurato le sue indicazioni per uscire dalla crisi e si erano solo difesi giocando in contropiede e chiudendo sul 2-0. Ancora qualche anno dopo, il boemo di derby ne perse quattro di fila - tra campionato e coppa - in pochi mesi, ma sulla panchina della Roma. Sosteneva, con cocciuta perseveranza, che fosse una partita come le altre senza capire ciò che, invece, Sarri ha intuito immediatamente: nessuna sfida come quella dell’Olimpico è così diversa dalle altre.


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