Lazio, Felipe Anderson prenota un'altra notte da marziano

FA7 ha sempre giocato con Sarri: 82 partite di fila senza mai risparmiarsi
Marco Ercole
4 min

ROMA - Per avere qualche possibilità contro i marziani, serve un fenomeno del terzo tipo. Occorre qualcosa di straordinario, una prestazione perfetta, magari impreziosita dalla qualità di chi, come Felipe Anderson, la magia del calcio ce l'ha dentro dalla nascita. Sarri dovrà riuscire a farla sprigionare al massimo, come capita a volte, quando il brasiliano mette l'interruttore sulla "modalità on". Farlo venerdì al Maradona sarebbe fondamentale, perché la Lazio va a caccia di punti dove finora (considerando sia il campionato che la Champions League) solo una squadra è riuscita a strapparne uno, il Lecce alla quarta giornata. Per il resto il cammino degli uomini di Spalletti è stato impeccabile.

Ricordo

E la tradizione è avversa pure per quel che riguarda i precedenti tra queste due squadre in Campania, visto che l'ultimo successo biancoceleste in trasferta in Serie A risale addirittura al 31 maggio 2015, ultima giornata di un campionato thrilling, un vero e proprio spareggio per un posto ai preliminari di Champions League che l'allora squadra guidata da Pioli vinse 4-2, in quello che ancora si chiamava stadio San Paolo. Sono trascorsi quasi 8 anni, una vita. Ma ci sono comunque due punti in comune tra quella Lazio e quella attuale. Uno è Danilo Cataldi, che giocò in cabina di regia, l'altro proprio Felipe Anderson, schierato nel tridente con Candreva e Djordjevic. Il brasiliano, insomma, sa come si fa a vincere in quello stadio. Resta solo da vedere se sarà in una giornata sì, una di quelle in cui vederlo giocare è un piacere, oltre che problema per gli avversari.

Presenze

Tanto sul fatto che scenderà in campo, non ci sono dubbi. Da quando è arrivato Sarri alla Lazio, Felipe Anderson non ha saltato una sola partita: «Sapete tutti come la penso su di lui, poteva fare una carriera devastante. Però, anche se a livello di colpi a effetto può essere discontinuo, dal punto di vista di ciò che dà alla squadra non lo è più. E poi è uno che recupera con grande facilità, questo ha creato le condizioni affinché giocasse così tante gare». Sono 82, per la precisione le partite da allenatore biancoceleste del Comandante, altrettante le presenze del brasiliano, unico ad aver completato questo particolare en-plein. Sta scalando la classifica dei giocatori più impiegati in assoluto dal tecnico nella sua carriera, una graduatoria che vede in testa Hysaj (irraggiungibile) a 310. Dei giocatori della Lazio attuali, l'unico oltre l'albanese davanti a lui è Pedro a 123, che però aveva giocato con Sarri ai tempi del Chelsea. 

Fiducia

È diventato un fedelissimo, insomma, in nemmeno due stagioni complete con l'ex allenatore della Juventus alla guida della Lazio. Ha sentito la fiducia e la sta ripagando sul campo con prestazioni quasi sempre solide e qualche lampo di genio ogni tanto. Quelli che sarebbe importante che si verificassero con una certa frequenza a Napoli, in uno stadio che fu importante per lui anche nel corso della gestione Inzaghi, che proprio lì decise di inventarsi il brasiliano nella versione quinto di centrocampo. Un ruolo interpretato con abnegazione e sacrificio, ma è da esterno d'attacco che Felipe Anderson riesce a dare il meglio di sé, trasformandosi a volte nella versione FA7, quella da fenomeno. Ecco è quella che servirà domani. Del terzo tipo, possibilmente. Perché per avere qualche possibilità nella sfida contro i marziani, serve esattamente qualcosa di questo genere. Fuori dalla norma. 


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