Immobile rifletta sul futuro part time

Leggi il commento al difficile momento del capitano della Lazio, di nuovo ai box per il quarto infortunio muscolare della stagione
Immobile rifletta sul futuro part time© EPA
Alberto Dalla Palma
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Nessuno può dubitare delle qualità di Immobile, unico attaccante italiano ad aver vinto per quattro volte la classifica dei cannonieri di serie A, e su quanto sia pronto a sacrificarsi pur di onorare la fascia di capitano della Lazio, con cui ha segnato quasi 200 gol, ma il quarto infortunio muscolare della stagione apre inquietanti interrogativi sul suo futuro. E il primo a doversi dare delle risposte è proprio Ciro, che alla sua squadra del cuore e alla stessa Nazionale può dare ancora tanto, soprattutto considerando il valore (?) dei suoi presunti e introvabili antagonisti. Il ct Mancini era pronto a richiamarlo e a rilanciarlo per la prima sfida di qualificazione ai prossimi Europei contro l’Inghilterra a Napoli, ma il nuovo stop modificherà ancora i programmi di un allenatore che non ha più un centravanti da convocare, a meno che non si accontenti della semplice carta di identità che dimostri la cittadinanza italiana, di chiunque sia. Immobile fermo ancora ai box è un danno enorme per Sarri, impegnato sul fronte europeo e nella corsa per un posto in Champions, e per l’Italia, che dovrà difendere il titolo conquistato a Wembley proprio con il biancoceleste al centro dell’attacco. 

Segnali di allarme

Dall’inizio di settembre, cioè subito dopo l’avvio del campionato, siamo al quarto stop per malanni muscolari, evidentemente provocati dalla stress fisico a cui si è sottoposto negli ultimi sette anni, cioè da quando indossa la maglia della Lazio: dall’estate del 2016 Ciro ha giocato una media di 50-60 partite a stagione, comprese quelle con la Nazionale, e ovviamente ha logorato un fisico che prima non perdeva un colpo e che adesso, a 33 anni, sta lanciando segnali di allarme talmente preoccupanti che meritano una riflessione. Dopo l’infortunio di Reggio Emilia contro il Sassuolo, datato 15 gennaio, il capitano biancoceleste ha giocato nel finale contro la Fiorentina solo 14 giorni dopo, cioè il 29 dello stesso mese, e addirittura un tempo il 2 febbraio a Torino in Coppa Italia contro la Juve. A Verona, il 6, invece è uscito dopo 70 minuti prima di iniziare il suo incredibile sprint che lo ha portato ad un altro ko: Atalanta (90’), Salerno (86’), Samp (90’), Napoli (90’) più le due presenze con il Cluj da 61’ all’Olimpico e da 90’ in Romania. Inevitabile il nuovo infortunio, a due settimane dal derby: avendolo celebrato per sette anni come il miglior attaccante italiano per distacco quando altri contestavano la sua presenza in Nazionale (abbiamo sentito proporre anche Lucca, come suo possibile sostituto...), ci possiamo permettere di dire che Immobile la prossima stagione dovrà imparare a gestirsi e a scegliere quali partite giocare, come è giusto che sia, altrimenti rischierà di rovinare il finale di una carriera straordinaria e forse irripetibile.

Necessario un vice Ciro

La voglia di essere sempre presente, in prima fila, può diventare letale. E ovviamente la Lazio e lo stesso Sarri dovranno aiutarlo e sostenerlo con l’acquisto di un vice che sia competitivo per diventare eventualmente un dodicesimo titolare. Oggi la società rischia di fallire i suoi obiettivi proprio perché è riuscita a investire sul mercato una trentina di milioni per riserve come Maximiano, Marcos Antonio e Basic poco considerate dal tecnico, ma non un solo euro su un centravanti di riserva in grado di sostituire Immobile. Nel calcio professionistico, quindi fino alla Lega Pro compresa, non esiste un altro caso del genere: è arrivata l’ora che il senatore Lotito, nel poco tempo che gli resta per dedicarsi alla Lazio, affronti il problema affinché Immobile possa durare nel tempo. Altrimenti sono guai seri, perché altri attaccanti come Ciro non ce ne sono, soprattutto alla sua portata.


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