Sarri show, la sua Lazio ha mille volti: ecco quali

Mau ha battuto tutte le big e vola senza l’intralcio delle coppe.  Ma ora serve lo sforzo di Lotito
Alberto Polverosi
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Napoli primo con lo scudetto in tasca e nei quarti di Champions League come non era mai accaduto nella sua storia, Lazio seconda e Roma terza. Le lombarde dietro. Se scendiamo di categoria, Frosinone primo in Serie B. Se scendiamo ancora, Catanzaro già promosso in B con un anticipo mai visto finora e col record di punti della categoria, 93 con due partite da giocare. Se il calcio ribalta la storia e la geografia in una sola stagione è anche perché, in questa stagione, le idee prevalgono sui soldi, l’organizzazione sulla grandezza, lo spettacolo sul resto del calcio. Di spettacolo si deve parlare quando il discorso si sviluppa intorno alla Lazio. A Sarri mancava Allegri e alla Lazio mancava la Juve fra le vittime calcistiche. Sabato sera è stata riempita anche questa casella e nel modo migliore. L’azione del gol di Zaccagni entra di diritto nella storia di questo campionato. Sul piano tecnico è probabilmente il punto più alto, con l’attacco di Felipe Anderson, il tacco a... scivolare di Luis Alberto e la palla in buca di Zaccagni.

Un allenatore da campionato

Un concentrato di spettacolo che deve inorgoglire Sarri, uno dei più grandi allenatori “da campionato”. Una partita a settimana, una preparazione minuziosa giorno per giorno, un recupero graduale delle energie fisiche e nervose, se Sarri ha la possibilità di gestire tutto questo e se lo fa con giocatori come Luis Alberto, Milinkovic, Zaccagni, Felipe Anderson e Immobile, diventa difficile fermare la sua squadra. Che ora gioca non in un modo solo, ma con più versioni. Aveva battuto il Napoli al Maradona con una difesa organizzata al millimetro, accortezza difensiva e prontezza in contropiede, più Allegri che Guardiola, più italiano che europeo. Poi ha incontrato la Juve, che non avrebbe offerto alla Lazio la stessa profondità del Napoli, e l’ha attaccata col palleggio con quel centrocampo che riempie gli occhi. Ma quando è andata in vantaggio per la seconda volta, si è difesa senza arrossire. Perché il calcio, e Sarri lo sa bene, non è uno solo. È stata la Juve, nel tentativo di rimontare di nuovo, a cambiare sistema, passando dalla difesa a 3 al 4-3-3, ma la Lazio non si è scomposta, ormai sa che la sua grande forza è la difesa.

La miglior difesa della serie A

Lo dicono i numeri, migliore difesa della Serie A con 20 gol presi e con 17 partite senza subirne. Dopo la partita Sarri ha detto una cosa che fa capire il cambiamento di questa squadra uscita dalla Conference League il 16 marzo quando ha perso in Olanda con l’AZ Alkmaar. Da quel giorno la Lazio ha vinto il derby, a Monza e contro la Juve. «La continuità che avevamo in allenamento ora la mettiamo anche in gara», ha detto l’allenatore. Cinque giorni di allenamento e una partita, una sola, con quest’unico pensiero la Lazio ha una forza incredibile. Certo, viene da chiedersi cosa accadrà il prossimo anno se, continuando così, si riapriranno le porte della Champions. Allora toccherà a Lotito spiegare le sue intenzioni al suo allenatore. Sarri gli ha dimostrato che con questa squadra si può essere protagonisti in campionato. Per provarci anche in Champions ci vuole altro.


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