© BARTOLETTI
ROMA - Alla Lazio ha lavorato dal 2004 al 2016, Stefano Salvatori, chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia sino a pochi giorni fa era a capo dell'équipe medica del Benevento. Pur non avendo avuto la possibilità di lavorare con Ciro Immobile in passato, ha seguito quello che è accaduto domenica mattina e ha provato ad analizzare il caso sulla base delle indicazioni fornite dallo staff medico biancoceleste: «È difficile parlare di situazioni del genere dall'esterno e prima di tutto bisogna dare fiducia e rispetto ai dottori che lo seguono tutti i giorni. Leggendo il bollettino pubblicato, in base alla mia esperienza, ritengo che il problema non sia sicuramente il trauma distorsivo lombare, che in pochi giorni si risolve».
È più problematica la frattura composta dell'undicesima costola destra?
«Esatto, però va sottolineato che si tratta di una delle ultime due costole (l'undicesima e la dodicesima, ndr), quelle definite fluttuanti perché sono di costituzione di tipo cartilagineo e in quanto tali si mettono a posto prima. In questi casi i recuperi dipendono molto dal livello di sopportazione del dolore dell'atleta, rischi particolari non ce ne sono, se non quelli di nuovi traumi. Non si devono seguire neanche cure particolari, a parte il riposo e la terapia farmacologica».
«Esatto, però va sottolineato che si tratta di una delle ultime due costole (l'undicesima e la dodicesima, ndr), quelle definite fluttuanti perché sono di costituzione di tipo cartilagineo e in quanto tali si mettono a posto prima. In questi casi i recuperi dipendono molto dal livello di sopportazione del dolore dell'atleta, rischi particolari non ce ne sono, se non quelli di nuovi traumi. Non si devono seguire neanche cure particolari, a parte il riposo e la terapia farmacologica».
Quanto serve per recuperare?
«È una questione molto individuale. Solitamente non servono tempi lunghi, sono fratture che possono provocare dolore se uno corre, fa rotazioni o quant'altro. Un'altra variabile importante è la zona del trauma, perché se avvenuto nell'arco anteriore i tempi sono ancora più stretti rispetto a quelli dell'arco posteriore. In genere si parla di 2-3 settimane, ma uno come Immobile in 7-10 giorni può stare molto meglio. Lui a livello di fibre muscolari e a fronte di diagnosi strumentali del passato anche di una certa importanza, ha sempre recuperato molto prima del previsto. Non avendo visto gli esami è difficile quantificare, ma basandomi sulla sua storia professionale penso stupirà tutti anche questa volta».
Non correrebbe dei rischi nell'accelerare il rientro?
«Sicuramente se i colleghi lo valuteranno disponibile, ci saranno dei rischi calcolati. Se è così sfortunato da prendere una gomitata in quel punto sentirà del dolore, ma non è che questo comporti complicazioni, al massimo si dovrà rifermare per qualche altro giorno. Il rischio è lo stesso di qualsiasi altro calciatore che subisce un colpo forte sulla costola. Va detto anche che i traumi costali in campo non sono così frequenti e deve essere un colpo importante. Quindi dovrebbe essere così sfortunato, nell'ipotesi di uno scontro, di essere preso nello stessa zona e in modo violento. Parliamo di coincidenze. L'unica cosa da capire è quando il dolore sarà sopportabile. Non appena sarà così, lui giocherà. Anche perché è forte caratterialmente e se si mette in testa di rientrare, ci riesce. Lo ha già dimostrato».
«È una questione molto individuale. Solitamente non servono tempi lunghi, sono fratture che possono provocare dolore se uno corre, fa rotazioni o quant'altro. Un'altra variabile importante è la zona del trauma, perché se avvenuto nell'arco anteriore i tempi sono ancora più stretti rispetto a quelli dell'arco posteriore. In genere si parla di 2-3 settimane, ma uno come Immobile in 7-10 giorni può stare molto meglio. Lui a livello di fibre muscolari e a fronte di diagnosi strumentali del passato anche di una certa importanza, ha sempre recuperato molto prima del previsto. Non avendo visto gli esami è difficile quantificare, ma basandomi sulla sua storia professionale penso stupirà tutti anche questa volta».
Non correrebbe dei rischi nell'accelerare il rientro?
«Sicuramente se i colleghi lo valuteranno disponibile, ci saranno dei rischi calcolati. Se è così sfortunato da prendere una gomitata in quel punto sentirà del dolore, ma non è che questo comporti complicazioni, al massimo si dovrà rifermare per qualche altro giorno. Il rischio è lo stesso di qualsiasi altro calciatore che subisce un colpo forte sulla costola. Va detto anche che i traumi costali in campo non sono così frequenti e deve essere un colpo importante. Quindi dovrebbe essere così sfortunato, nell'ipotesi di uno scontro, di essere preso nello stessa zona e in modo violento. Parliamo di coincidenze. L'unica cosa da capire è quando il dolore sarà sopportabile. Non appena sarà così, lui giocherà. Anche perché è forte caratterialmente e se si mette in testa di rientrare, ci riesce. Lo ha già dimostrato».