Lazio, Felipe Anderson vice Immobile: contro il Torino numeri super

Quando vede granata il brasiliano si esalta (5 gol e 3 assist): 90 presenze su 90 in due anni di gestione Sarri
Lazio, Felipe Anderson vice Immobile: contro il Torino numeri super© Getty Images
Fabrizio Patania
4 min

ROMA - Un tunnel a Maksimovic, saltato Jansson sulla corsa, destro dal limite evitando l’intervento di Bovo. Un gol da urlo, dopo essere partito dalla linea di centrocampo, per beffare Padelli. Colpo da biliardo nell’angolo giusto. Mancavano venti minuti alla fine. Lo show di Felipe Anderson, allo stadio Grande Torino, si concluse con la doppietta, firmata di sinistro e sfruttando l’assist di Klose. Il Toro di Ventura finì ko (0-2), quinta vittoria di fila per la Lazio di Pioli, in volo verso la Champions. Era la notte del 16 marzo 2015. Il brasiliano, esploso all’inizio dell’inverno, stava toccando l’apice di rendimento di una stagione chiusa con 10 gol e 8 assist. Sono passati otto anni, negli occhi restano le immagini di una delle sue partite più belle. Era trascinante e accecante, il miglior Felipetto mai visto.

Specchio

Sarri, nell’età della maturità, lo ha lucidato e aiutato a ritrovare il suo talento, facendolo sbocciare con la dote mancante: la continuità. Ora corre e determina per 90 minuti, non si assenta, ha limitato le pause. Incide senza sparire dalla partita, si è messo al servizio della squadra, conservando le accelerazioni di un tempo. Felipe ha sbranato la Juve di Allegri dodici giorni fa all’Olimpico. Scatti e slalom, sino a creare l’azione del raddoppio di Zaccagni, rifinita dal colpo di tacco griffato Luis Alberto. Domani, complice l’incidente di Immobile, tornerà ad agire da centravanti di movimento. Sarebbe meglio definirlo numero 10 con licenza di inserirsi in area di rigore. Pioli lo impiegava sulla fascia sinistra, dove riusciva a inquadrare meglio la porta, scivolando verso il centro. Sarri lo tiene a destra, ne ha migliorato l’attacco alla porta, ma quando gli concede il ruolo di Ciro riesce a ricavarne una produzione offensiva diversa. Vede lo specchio, può inquadrarlo dalla distanza, sa come infilarsi in area. Certo dà meno profondità rispetto a Immobile, va incontro alla palla, dialoga (da autentico trequartista) con i centrocampisti. Interpretazione differente del ruolo.

Numeri

La Lazio formato Champions non può prescindere dalla vena del brasiliano. Si accende quando incrocia i granata. Secondo la statistica segnalata da Opta, Felipe in 11 precedenti ha realizzato 5 gol e servito 3 assist. Il Toro è la squadra contro cui ha preso parte a più reti in Serie A. Se Ciro ha ripreso a correre e forzare i tempi a Formello, nella speranza di convincere i medici e ottenere una convocazione a sorpresa, servirebbe un’altra prova stellare di Felipe per sopportare l’emergenza offensiva. L’anno scorso si era fermato a 6 reti in 38 presenze di campionato. Quest’anno ha segnato 7 volte in 30 giornate di Serie A, più altri 3 gol distribuiti tra Europa League, Conference e Coppa Italia. E’ il più presente della gestione Sarri: 90 partite su 90. Non ne ha saltata una in due anni, anche nelle rare occasioni in cui è stato lasciato inizialmente in panchina.

Presenze

Felipe è in costante progresso, continua a crescere di rendimento. Ecco il vero salto di qualità ottenuto da Sarri. Volume di gioco, rientri in fase difensiva, non solo colpi geniali: ha imparato a restare agganciato alla partita per 90 minuti. E non si è fermato un istante. Il conto totale dice 30 presenze su 30 in campionato. Sarebbe, come segnala Opta, uno dei cinque centrocampisti sempre presenti nel torneo come Lobotka, Bourabia, Frattesi e Kostic. Mau è riuscito nell’impresa di trasformare un giocoliere in un giocatore totale.


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