Lazio, l’ordine di Lotito: "Voglio il massimo"

Lunedì ha parlato alla squadra: "E chi pensa di andare via lo farà solo se avrà dato tutto". Colloquio anche con Sarri. Un richiamo ai doveri finali per l’obiettivo Champions
Lazio, l’ordine di Lotito: "Voglio il massimo"© ANSA
Daniele Rindone
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Gap o non gap, mood o non mood, i voli e i crolli, gli alti e i bassi, gli alibi di ogni tipo, smanie e fregole di mercato. Un corno tutto. A Lotito, a sei partite dalla fine, interessa solo la Champions e l’ha detto chiaramente a tutti lunedì a Formello. La capatina dell’1 maggio è servita per rimettere i puntini sulle “i”. Sarri a S.Siro era stato assoluto nel dopopartita: «Così in Champions non ci andate». Lotito, il giorno dopo, scartando dal suo discorso i soliti appelli alla volitività, ha tuonato: «Voglio il massimo e anche chi pensa di andare via deve farlo dando tutto fino alla fine». Non sono state parole casuali, il riferimento poteva essere collegabile a Milinkovic (dichiaratamente sul mercato) e a tutti quelli che non si sentono considerati in panchina. è stato un richiamo ai doveri finali. Lotito ha parlato prima dell’allenamento, ritardato di 45 minuti. Si è intrattenuto anche con Sarri. Lo ha affiancato a bordocampo, hanno avuto modo di parlare più volte. Mau, si sa, non c’è volta che non consideri la Champions un miracolo o un sogno, a fatica ha dichiarato l’obiettivo, anche quando si è issato al secondo posto. Lotito lo asseconda fino a un certo punto sentendo parlare di gap. Ha speso 50 milioni in estate ed è convinto che la Lazio di oggi quantomeno sia più competitiva di altre Lazio del passato. La Champions la pretende da tutti. Ha anche concesso un premio di 2 milioni e sarà ben felice di pagarlo a fronte di un incasso di una cinquantina di milioni. La Champions è fondamentale per garantire continuità al progetto, per rinforzare la squadra anche se l’indice di liquidità continuerà ad essere una zavorra.

La cilindrata

Sarri è stato duro con la squadra a S.Siro, dopo due sconfitte di fila e due prestazioni deludenti ha lanciato segnali ai suoi uomini, ma anche nuove stoccate alla società sotto forma di indicazione. Parlando della partita ha detto «è la dimostrazione che tra noi e le squadre di altissimo livello del nostro campionato c’è ancora un gap da coprire. In parte si può coprire con il lavoro, in parte lo deve coprire la società». è un richiamo a nuovi interventi di mercato utili per rivoluzionare gran parte della panchina. Considerando la partenza di Milinkovic andrebbero ipotizzati altri 4-5 acquisti. Sarri ha i suoi meriti e le sue ragioni, è pur vero che a Milano ha fatto entrare Lazzari, Pellegrini, Vecino e Pedro. Non pivelli. Ha battuto di nuovo sul punto della cilindrata, non solo del gap: «L’Inter ha una cilindrata superiore a noi, hanno dei picchi di velocità che noi non abbiamo, con cambi di livello superiore. Noi dobbiamo ancora lavorare molto sia a livello tecnico che societario. Per quanto riguarda i picchi di velocità diventa difficile se loro vanno a 35 chilometri orari e noi a 29,5». In realtà contro l’Inter, dati della Lega alla mano, la velocità in run e in sprint è confrontabile. In run: Brozovic 11,44, Vecino 11,38, Correa 10,97, Lazzari 11,12, D’Ambrosio 10,79, Cataldi 11,09. In sprint: Dumfries ha raggiunto un picco di 33,4 chilometri orari, Lazzari è arrivato a 32,53. Lukaku a 32,66, Luis Alberto a 32,3. Nei primi cinque posti, sia interisti che laziali, hanno fatto registrare medie tra il 31,66 e il 32,47. A Milano ha colpito soprattutto il dato del possesso palla, chiuso al 38%. La Lazio, dati di Opta, sta viaggiando con un possesso palla medio del 51,5% in questa Serie A, il più basso mai registrato da una squadra di Sarri in campionato. è il frutto del compromesso che ha dovuto trovare tra sarrismo e risultatismo.


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