Lazio, l’agenda di Lotito: dal mercato ai tifosi

Leggi il commento sul presidente biancoceleste e sui prossimi obiettivi
Lazio, l’agenda di Lotito: dal mercato ai tifosi© Marco Rosi / Fotonotizia
Stefano Chioffi
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I nonni, le famiglie, i bambini, tante mamme e ragazze. Generazioni diverse, unite dalla Lazio: la voglia di celebrare il presente e il passato, in una domenica bella come un film, con un caldo da spiaggia, dentro uno stadio senza posti liberi, cantando insieme “cieli immensi”. L’amore per una bandiera ti prende per mano, non ha età. Un senso di appartenenza che contiene ricordi e momenti di vita, davanti al traguardo raggiunto della Champions. Tutti in piedi per festeggiare Sarri e Immobile, la doppietta di Milinkovic, l’addio al calcio di Radu, sedici campionati con la stessa maglia e 427 partite. Un giorno perfetto: il sorpasso sull’Inter, i settantuno punti, la seconda poltrona dietro al Napoli, il magnifico scatto garantito da questo allenatore in due anni. Un’idea di base diventata forma e sentimento. All’Olimpico sfilano anche Lulic, Klose e i protagonisti della Coppa Italia vinta nel 2013, in un derby irripetibile.

Lotito, il premio per i tifosi

Un viaggio nel tempo: emozioni e selfi e, abbracci e sciarpe, perché questa domenica ha un significato profondo. È la plastica dimostrazione che si può sviluppare un progetto credibile senza la ricca benedizione di uno sceicco. Ma la Lazio, da oggi, non dovrà concentrarsi solo sul mercato, sui colpi suggeriti da Sarri: obbligatorio attribuire un valore pieno, rotondo, all’onda di affetto della sua gente, che il calcio moderno chiama in modo gelido “bacino d’utenza” dimenticando che resta la bellezza e il motore di un sistema.

Prezzi dei biglietti più bassi: questo il premio che Lotito deve riconoscere ai tifosi. Riaprendo, ogni tanto, anche i cancelli nel centro sportivo di Formello. Perché i calciatori, nell’immaginario collettivo, non possono essere solo una figurina o il primo piano regalato da una telecamera. La gente ha il diritto di sentirli più vicini, di conoscerli, di chiedere una foto e un autografo. L’evento straordinario della qualificazione in Champions deve spingere la Lazio a recuperare la splendida normalità di un contatto diretto tra la squadra e i bambini, continuando a portare i suoi giocatori nelle scuole, negli ospedali, ma ricominciando anche a riempire la tribuna del campo di allenamento. Una priorità, un impegno, per Lotito, che si prepara a festeggiare i diciannove anni da presidente, dopo aver salvato il club dalle aule di un tribunale fallimentare e conquistato tre Coppe Italia e tre Supercoppe. Se andrà via Milinkovic, come chiede il procuratore Kezman, servirà subito un colpo extra-lusso, un asso, un profilo del calibro di Zielinski, ma la Lazio non dovrà mai dimenticare il campione che ha in casa: il tifoso.


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