Pagelle Lazio: Mandas d'oro, Patric e Vecino non mollano, Zaccagni l'ha rifatto

I voti a Sarri e ai giocatori biancocelesti dopo il trionfo nel derby contro la Roma
Daniele Rindone

LAZIO 

Sarri (all.) 7,5 
Lo “Special derby” c’è da scrivere sulla torta di buon compleanno (ieri 65 anni). Quattro vittorie in sei partite come Eriksson, knockout tecnico a Mourinho. Si è concesso il lusso di giocare con Mandas perché la Lazio non fa più segnare e passare la Roma (4 derby senza prendere gol). Una splendida miscela di carattere, umiltà e, a tratti, eleganza. 

Mandas 7 
Ha spopolato subito, l’hanno abbracciato tutti come l’eroe. Nessuno spavento, clean sheet alla prima. Era l’86’ quando ha tolto il gol a Belotti, unico vero tiro del derby. Christos Mandas s’è accartocciato, poi col pugno ha fermato Pellegrini (subendo il fallo). Spigliato e temerario, elastico e coraggioso con i piedi e con le mani. Ha giustificato l’azzardo dell’esordio totale. L’uscita su Lukaku del primo tempo, nell’area piccola, il volo che ha superato ogni fantasia. 

Lazzari 6,5 
Primo tempo in scioltezza, slalomeggiando. Taccuino alla mano: quattro dribbling tentati, un tiro deviato da Mancini a botta sicura, un pallone servito a Felipe, un cross per Vecino. Spazi e assist come tappeti di rose. 

Lu. Pellegrini (23’st) 6 
Fischiato dai romanisti, s’è caricato ancora di più. Gasatissime le chiusure, le marcature, le esultanze irrisorie. Sette respinte difensive, tre intercetti in poco più di mezzora. 

Patric 7 
Fa quello che vuole quando è in giornata, così ha fatto ieri. Feroce spavalderia, tenace applicazione. Un traliccio pur non essendo un gigante, ma sa diventarlo. Cinque respinte difensive. Il muro della Lazio non riesce più a farlo saltare, la Roma. 

A. Romagnoli 7 
Svelle avversari e palloni. Si è dedicato con voracità a Lukaku. Sei respinte difensive, cinquantadue passaggi (più di tutti). Centrale robotizzato, non era titolare e non giocava 90 minuti da fine novembre. Cemento armato. 

Marusic 6,5 
A sinistra e a destra, dove serve. Altra partita-maratona, pedalata sempre rotonda, straripante a livello energetico. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Guendouzi 7 
Si è scapicollato su palloni e avversari. Straordinaria funzionalità tattica, si è fatto carico del centrocampo. Cinque possessi strappati. Un’occasionissima evitata da Mancini quando l’ha anticipato di un soffio. 

Cataldi 6,5 
Regista specialista nei derby, anche capitano. Ha iniziato remando in sordina, commettendo un fallo su Dybala. Poi ha carburato. Preziosamente bilanciato nelle due fasi. Sarri lo rispolvera sempre contro la Roma. 

Rovella (22’st) 6 
Testa e cuore, così si entra nei derby. Atleticamente esuberante, ha garantito il viavai necessario nel finale. Azmoun s’è beccato il rosso per averlo colpito sul volto. 

Vecino 7 
L’incornata salvata da Rui Patricio, una stoccata ravvicinata e un tiro di poco fuori. In più dodici duelli, nove possessi guadagnati. Geometrie, rifornimenti, tiri. Un traliccio da piantare nel cuore del derby. 


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Felipe Anderson 7 
Si può discutere spesso, ma le sue impennate sanno essere prodigiose: dieci ingressi nella trequarti romanista. Forte dentro e concreto fuori, il derby lo esalta. Prima ala, poi falso 9. Anche 9 palloni strappati.

Castellanos 6,5 
Prende il rigore, calcione di Huijsen. Prima ancora Mancini gli aveva rifilato una manata. Due torturatori. Centravanti-pivot da linee maestre, specialista da imboscata. 

Isaksen (32’st) 6
Ha provato a fiondarsi spesso in avanti, gli è mancato il guizzo decisivo. 

Zaccagni 7,5 
Non doveva giocare, ha giocato con un piede tumefatto. Il rigore, secondo gol-derby di fila, un tiro imperiale. Kristensen, raggirato in dribbling, l’aveva menato in letizia nel primo tempo e Orsato troppe volte aveva lasciato correre. 

Pedro (22’st) 5,5 
Prima ha perso tempo, poi la brocca. Due gialli lampo e il rosso.


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LAZIO 

Sarri (all.) 7,5 
Lo “Special derby” c’è da scrivere sulla torta di buon compleanno (ieri 65 anni). Quattro vittorie in sei partite come Eriksson, knockout tecnico a Mourinho. Si è concesso il lusso di giocare con Mandas perché la Lazio non fa più segnare e passare la Roma (4 derby senza prendere gol). Una splendida miscela di carattere, umiltà e, a tratti, eleganza. 

Mandas 7 
Ha spopolato subito, l’hanno abbracciato tutti come l’eroe. Nessuno spavento, clean sheet alla prima. Era l’86’ quando ha tolto il gol a Belotti, unico vero tiro del derby. Christos Mandas s’è accartocciato, poi col pugno ha fermato Pellegrini (subendo il fallo). Spigliato e temerario, elastico e coraggioso con i piedi e con le mani. Ha giustificato l’azzardo dell’esordio totale. L’uscita su Lukaku del primo tempo, nell’area piccola, il volo che ha superato ogni fantasia. 

Lazzari 6,5 
Primo tempo in scioltezza, slalomeggiando. Taccuino alla mano: quattro dribbling tentati, un tiro deviato da Mancini a botta sicura, un pallone servito a Felipe, un cross per Vecino. Spazi e assist come tappeti di rose. 

Lu. Pellegrini (23’st) 6 
Fischiato dai romanisti, s’è caricato ancora di più. Gasatissime le chiusure, le marcature, le esultanze irrisorie. Sette respinte difensive, tre intercetti in poco più di mezzora. 

Patric 7 
Fa quello che vuole quando è in giornata, così ha fatto ieri. Feroce spavalderia, tenace applicazione. Un traliccio pur non essendo un gigante, ma sa diventarlo. Cinque respinte difensive. Il muro della Lazio non riesce più a farlo saltare, la Roma. 

A. Romagnoli 7 
Svelle avversari e palloni. Si è dedicato con voracità a Lukaku. Sei respinte difensive, cinquantadue passaggi (più di tutti). Centrale robotizzato, non era titolare e non giocava 90 minuti da fine novembre. Cemento armato. 

Marusic 6,5 
A sinistra e a destra, dove serve. Altra partita-maratona, pedalata sempre rotonda, straripante a livello energetico. 


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