Lazio, Marchegiani: "Eriksson senza speranza? È una mazzata"

L'ex portiere sotto shock dopo il triste annuncio del suo ex allenatore in biancoceleste, malato di cancro: cos'ha detto

ROMA - Il mondo del calcio e della Lazio in particolare è sconvolto dopo l'annuncio dello svedese Sven-Goran Eriksson, 75enne ex tecnico anche dei biancocelesti che con lui alla guida, sotto la presidenza di Sergio Cragnotti, vinsero un campionato (1999/2000), due volte la Coppa Italia (1997-98 e 1999-00), altrettante la Supercoppa italiana (1998 e 2000), una Coppa delle Coppe (l'ultima edizione del 1998-99, dopo aver perso l'anno prima la finale di Coppa Uefa contro l'Inter a Parigi) e anche una Supercoppa Uefa (nel 1999 superando il Manchester United a Montecarlo).

Marchegiani sotto shock per Eriksson

Una notizia che ha colto amaramente di sorpresa anche Luca Marchegiani: "È stata una notizia scioccante - ha detto l'ex portiere laziale ai microfoni di Sky Sport -. È una persona cara che ultimamente non avevo più visto o frequentato ma con cui ho condiviso esperienze straordinarie. Saperlo malato e senza speranza, come si è capito dalle sue dichiarazioni, è stata una mazzata. Non so come Sven stia vivendo questo momento - ha aggiunto Marchegiani, oggi 57enne e commentatore sportivo -, so come viveva la vita nel periodo in cui l'ho conosciuto e frequentato io, con grande serenità e razionalità e io credo che anche le parole che ha pronunciato per questo annuncio confermano questa caratteristica di un grande uomo, perché Sven è una persona per bene prima che un grande allenatore".


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Il ricordo dello scudetto alla Lazio

Poi il ricordo del loro periodo d'oro in biancoceleste: "Ripenso a come è stato bravo in quegli anni condivisi alla Lazio a tener fuori i giocatori da qualsiasi tipo di pressione eccessiva - ha detto l'ex portiere della Nazionale -. Ha sempre dato l'impressione di essere capace di vedere le situazioni, anche quelle che lo riguardavano direttamente, non solo in maniera razionale e serena ma anche oggettiva, come se fosse un po' al di fuori di quello che succedeva e fosse in grado di proteggere la squadra da un sovraccarico di pressione, aspettative, tensioni e paure. Questo è stato il suo segreto, almeno nella gestione di quella Lazio che vinse lo scudetto. Abbiamo vinto principalmente per questo, poi le sue qualità di tecnico le conosciamo tutte. È stato un innovatore e un allenatore capace di vincere dove altri non sono stati capaci di vincere e questa è una cosa che secondo me va sottolineata. E poi, soprattutto, è stato un allenatore che faceva giocar bene le squadre: lo ha fatto alla Lazio, alla Roma in precedenza e in tutti i campionati europei affrontati, in cui non solo ha vinto ma ha portato una qualità di gioco che è stata un esempio".


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ROMA - Il mondo del calcio e della Lazio in particolare è sconvolto dopo l'annuncio dello svedese Sven-Goran Eriksson, 75enne ex tecnico anche dei biancocelesti che con lui alla guida, sotto la presidenza di Sergio Cragnotti, vinsero un campionato (1999/2000), due volte la Coppa Italia (1997-98 e 1999-00), altrettante la Supercoppa italiana (1998 e 2000), una Coppa delle Coppe (l'ultima edizione del 1998-99, dopo aver perso l'anno prima la finale di Coppa Uefa contro l'Inter a Parigi) e anche una Supercoppa Uefa (nel 1999 superando il Manchester United a Montecarlo).

Marchegiani sotto shock per Eriksson

Una notizia che ha colto amaramente di sorpresa anche Luca Marchegiani: "È stata una notizia scioccante - ha detto l'ex portiere laziale ai microfoni di Sky Sport -. È una persona cara che ultimamente non avevo più visto o frequentato ma con cui ho condiviso esperienze straordinarie. Saperlo malato e senza speranza, come si è capito dalle sue dichiarazioni, è stata una mazzata. Non so come Sven stia vivendo questo momento - ha aggiunto Marchegiani, oggi 57enne e commentatore sportivo -, so come viveva la vita nel periodo in cui l'ho conosciuto e frequentato io, con grande serenità e razionalità e io credo che anche le parole che ha pronunciato per questo annuncio confermano questa caratteristica di un grande uomo, perché Sven è una persona per bene prima che un grande allenatore".


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