Lazio, il block-notes di Sarri: così ha battuto il Bayern Monaco

Il tecnico biancoceleste ha sfiorato la perfezione e la partita giocata dalla sua squadra andrebbe studiata nelle aule di Coverciano
Stefano Chioffi
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Un professore di tattica, così lo considerano Klose e Di Canio. Elogi anche dai giornali tedeschi: «Simbolica e frustrante l’immagine di Tuchel che si copriva il viso con le mani», ha scritto la Bild. La partita che Sarri ha preparato contro il Bayern ha sfiorato la perfezione e andrebbe studiata nelle aule di Coverciano, perché certifica ancora una volta l’eccellenza degli allenatori italiani. Geniali gli incastri di una vittoria che è nata sul block-notes e nella testa di Mau: la gabbia creata intorno a Kimmich e Goretzka, per chiudere ogni linea di passaggio pensata da Tuchel (10 sconfi tte in 43 gare), i raddoppi in marcatura di Guendouzi e Luis Alberto, la protezione e le geometrie garantite da Cataldi, un 4-3-3 che diventava 4-5-1 in fase difensiva, con l’aiuto di Felipe Anderson e Isaksen. Zero tiri in porta per Kane, Sané, Musiala, Müller e Choupo-Moting.

Da dove nasce il capolavoro di Sarri

Un’opera d’arte, quella di Sarri e della sua Lazio: era dal 2011, dai tempi dell’Inter di Leonardo, che un nostro club non riusciva a battere i bavaresi. Lotito racconta con affetto che il tecnico toscano si sente a proprio agio solo quando indossa la tuta e vede calcio: la sua magnifica ossessione è la ricerca del dettaglio che fa la differenza. Una Lazio corta e compatta, bella e spietata, in grado di prendersi la scena e di inventarsi uno dei San Valentino più emozionanti della sua vita. Il primo a sottovalutarla, dopo il sorteggio dì Nyon, era stato Kalle Rummenigge: «Un compito risolvibile». Invece lo scenario si è trasformato.

Lazio, il divario con il Bayern azzerato

Buonanotte al Bayern e al pessimismo di chi attribuiva ai biancocelesti l’autonomia di un fiammifero, davanti a una squadra che ha vinto trentatré campionati e sei Champions. Alla vigilia sembrava una gara a senso unico, una sentenza già scritta. La Lazio ha dimostrato che il pallone ha una bellezza imperfetta e irrazionale, svincolata dai tablet e dagli algoritmi. Sarri ha bloccato ogni iniziativa di Tuchel, ha fatto capire quanto possa incidere un allenatore con la sua filigrana. Ordine, densità, letture preventive, occupazione degli spazi: così ha battuto il Bayern dei 75 trofei, che si è presentato all’Olimpico con una rosa che vale 976 milioni, il quadruplo della Lazio.

Come è nata la notte magica della Lazio

Una notte strepitosa che non ha regalato medaglie, ma è entrata nella collezione dei ricordi da tramandare. Il gol numero 206 di Immobile, che martedì festeggerà 34 anni, ha aperto una strada che può portare i biancocelesti ai quarti di Champions, traguardo raggiunto solo una volta, nel 2000, quando il viaggio di Eriksson si fermò contro il Valencia di Cuper. Ora l’obbligo è quello di restituire un valore assoluto anche al campionato. Restare nel circolo delle big del calcio europeo deve rappresentare una priorità per una Lazio che ha tracciato un processo di crescita attraverso l’autofinanziamento. Il budget da destinare ai rinforzi dipenderà dalla conquista del quarto posto, confidando però in una reale e concreta sintonia di Lotito con Sarri nella scelta dei giocatori giusti. Servono esperienza, visione e competenza: il ruolo del ds Fabiani, l’uomo degli equilibri, può aiutare a bilanciare gli slanci del presidente e le richieste di Maurizio. Il trionfo contro il Bayern si traduce in adrenalina e autostima per una Lazio che deve imprimere una svolta al suo campionato, in attesa di cercare il colpo di teatro anche in Coppa Italia, nella semifinale di aprile con la Juve. In dieci giorni si giocherà la possibilità di rientrare in corsa per la Champions. Un triangolo di appuntamenti che stabilirà in modo definitivo le prospettive di questa squadra, autoritaria e tosta contro il Bayern, ma anche distratta e presuntuosa a Lecce e a Salerno, così come in casa con il Genoa. Calendario compresso: domenica, all’ora di pranzo, il Bologna all’Olimpico, poi giovedì il recupero sul campo del Torino e lunedì 26 la chiusura del cerchio a Firenze. Febbraio è il mese delle risposte.


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