Lazio, la riunione tattica di Tudor con la squadra: cosa si sono detti prima del derby

Una lunga riunione tattica con la squadra prima dell’allenamento. A Marsiglia spiegò il suo calcio: "Tutto o niente, ci si gasa e si rischia"
Lazio, la riunione tattica di Tudor con la squadra: cosa si sono detti prima del derby© Getty Images
Fabrizio Patania
4 min

Una lunga riunione tecnica, arricchita dai video sulla Roma e sugli errori tattici compiuti allo Stadium nella semifinale di Coppa Italia, hanno preceduto l’allenamento della Lazio, scattato in notevole ritardo rispetto all’orario prestabilito. Igor Tudor, dopo la full immersion della sosta, non torna indietro. Ha parlato di coraggio e di principi di gioco anche mercoledì sera dopo il ko con la Juve. Era meglio cominciare a luglio? Alla domanda di chi stava provando a smontarlo nello stesso modo con cui si approcciava a Sarri, ha risposto con fermezza. «No, non era meglio. Questi due mesi serviranno a capire chi è adatto e funzionale al calcio che vogliamo fare». 

Le prove

Al gruppo, come era accaduto nell’imminenza del debutto con la Juve, ha raccomandato coraggio. La voglia di andare avanti, di provarci, di alzare il ritmo e l’intensità “perché il palleggio lo abbassa” come ha spiegato nell’intervista di cui parleremo. Niente passi indietro, la strada della Lazio è tracciata e non può essere il derby a suggerire incertezze, cambiamenti, indecisioni. Tudor è pronto ad assumersi l’onere del rischio e la responsabilità di eventuali errori. Lo ha ribadito ai suoi giocatori. Prepara il derby nello stesso modo in cui si era presentato davanti alla Juve. Faccia tosta, spirito di sacrificio, voglia di correre su e giù per il campo. Calcolerà il recupero e le energie spese nel doppio impegno con i bianconeri. Terrà Felipe Anderson sulla fascia sinistra, Marusic a destra e riporterà Cataldi in regia accanto a Guendouzi. Sono aperti i ballottaggi tra Patric e Casale, tra Immobile e Castellanos. Andrà completato il quadrilatero di centrocampo scegliendo i due trequartisti. Ieri è stato provato Kamada in posizione più avanzata e sulla stessa linea di Luis Alberto. Anche Pedro è in corsa. Isaksen a Torino non ha convinto. Le scelte sono delineate. Mancheranno Zaccagni e Lazzari. Rovella e Pellegrini spendibili solo per la panchina.

La filosofia di Tudor

Conterà l’atteggiamento della Lazio, la voglia di interpretare il suo calcio, maturato a Verona e trasferito ancora meglio in campo a Marsiglia, in una stagione chiusa con il terzo posto in Ligue 1. Andrea Santoni, firma del Corriere dello Sport-Stadio per tantissimi anni e ora addetto stampa dell’Aiac, nel febbraio 2023 lo aveva incontrato in Francia raccogliendo il suo credo calcistico durante lo stage organizzato per il Master Uefa Pro a cui partecipavano gli allievi di Coverciano (tra cui De Rossi). «Voglio recuperare il pallone ovunque, per questo alleno la concentrazione e il gioco in avanti. Così hai l’idea di mangiare l’avversario. Ci si gasa, si rischia. Meno gioco posizionale, più libertà» raccontava Tudor nell’intervista pubblicata dalla rivista L’Allenatore. «Il ritmo è la chiave di tutto. Il possesso lo abbassa. In Italia si è spesso troppo speculativi. Serve fisicità. Con l’OM siamo arrivati al record di 127 chilometri a partita, partendo da una media di 105. Mi piace un calcio “tutto o niente”, giocato con cattiveria agonistica. Si attacca, si corre all’indietro. Serve essere tosti, duri, in grado di reggere uno sforzo massimale e ripetuto». E’ la nuova sfida della Lazio. Tosta verso il derby.


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