Lazio, Tudor a mille: adesso pretende una cosa dalla squadra

La classifica piange, ma il tecnico guarda con fiducia alle ultime sette giornate e al match di ritorno della semifinale di Coppa Italia
Lazio, Tudor a mille: adesso pretende una cosa dalla squadra© LAPRESSE
Carlo Roscito
4 min
ROMA - Tudor a mille, e una notte da dimenticare. Perso il derby, resta da costruire la Lazio che verrà: il futuro è adesso, i mattoncini sono gli allenamenti quotidiani, ripresi ieri pomeriggio dopo la domenica di riposo concessa. Resta l'amarezza per il risultato di sabato, nell'aria rimangono pure le parole post-partita del tecnico: «Io sono a mille, non c'entrano nulla la vittoria o la sconfitta. Voglio vedere il massimo dell'entusiasmo tutti i giorni». Era una premessa in vista della ripartenza del lavoro nel centro sportivo e una promessa ai tifosi, delusi dal ko nella sfida più sentita. Metteva in palio punti pesanti nella corsa alla zona europea, c'era la chance di accorciare sulla Roma e invece la classifica piange sempre più: ottavo posto a -2 dal Napoli, di nuovo davanti dopo il successo sul campo del Monza.  

L'approccio di Tudor sulla panchina della Lazio

Non poteva esserci un approccio più complicato: la doppia sfida con la Juventus, da affrontare in campionato e in Coppa Italia nel giro di quattro giorni, poi il derby con poche energie a causa del doppio impegno ravvicinato che aveva caratterizzato la settimana di preparazione. Mancano sette giornate e la semifinale di ritorno di Coppa Italia fissata per il 23 aprile, una volta consumate le due gare di Serie A contro Salernitana e Genoa. Impresa ardua, la rimonta sui bianconeri (2-0 all'andata). Non va considerata impossibile: questione di mentalità, quella su cui sta cercando di spingere Tudor dal suo arrivo. Gli intenti, per ora, non sono stati accompagnati dai risultati, fatta eccezione per l'esordio con la Juve (1-0 firmato in extremis dal colpo di testa di Marusic).  

Le valutazioni in corso e la pretesa di Tudor

Sudore e convinzione, una squadra da spremere fino alla fine di maggio per capire chi è in grado di assorbire i nuovi ordini sotto ogni punto di vista: tattici e caratteriali. La "cilindrata mentale", tanto per tirar fuori un'espressione cara a Sarri nel corso della sua esperienza in biancoceleste. Concetto identico, espressioni differenti. Tudor, da subentrato in corsa durante l'ultima sosta, ha toccato lo stesso tasto del suo predecessore. Non basta più la semplice svolta tecnica. Il derby - perso dopo due anni e quattro clean-sheet consecutivi - accentua e velocizza i ragionamenti su quello che sarà l'organico 2024-2025. Le riflessioni sui cambiamenti sono già iniziate, passano inevitabilmente dalle partite in programma, dalle prove offerte dai calciatori da qui al termine. Tudor osserverà rendimento e atteggiamento, le prove in campo e lo spirito interiore durante le singole sedute a Formello. Pretende un gruppo battagliero e non arrendevole, a prescindere dai momenti difficili o meno. Il morale è a terra, la Lazio non può comunque alzare bandiera bianca. Tudor ha il compito di risollevare l'umore cominciando ad autodefinire la rosa che guiderà dopo l'estate. «Per un giocatore non conta solo la tecnica, ma anche cervello e cuore», ha specificato il croato. La Salernitana come primo passo verso la riscossa. 

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