ROMA - L'avvio di stagione della 'nuova' Lazio di Marco Baroni ha sorpreso tutti, gli addetti ai lavori e anche i tifosi biancocelesti più scettici dopo gli addii di big come Felipe Anderson, Luis Alberto e Immobile. Chi non aveva dubbi è Claudio Lotito, che ha deciso di puntare sull'ex tecnico del Verona compiendo una scelta in qualche modo impopolare.
Lotito 'in cattedra' alla Luiss con Stendardo
"Io l'ho scelto, insieme al direttore, perché ritenevo che fosse la persona giusta per ripartire - ha detto il presidente della Lazio all'uscita dall'università Luiss di Roma, dove ha partecipato ad una lezione tenuta dall'ex difensore biancoceleste Guglielmo Stendardo -. Il calcio è fatto di cicli, abbiamo rinnovato il sistema. Poi i fatti, purtroppo per i miei detrattori, mi danno ragione. Ho scelto un allenatore che fosse in funzione di quelle che erano le nostre necessità. L'obiettivo è quello di fare bene. Ho scelto un allenatore che fosse funzionale alle nostre necessità. La vera differenza tra questa squadra e quella precedente è che questa ha fame. Fame, umiltà e determinazione, la differenza è tutta lì".
Le differenze con la Lazio della stagione scorsa
Lotito ha spiegato poi cosa è cambiato secondo lui rispetto alla Lazio della passata stagione: "La differenza tra questa squadra e l'altra è che questa è una squadra vera che ha fame, determinazione, voglia di sacrificarsi. Quando si crea una squadra che sta bene insieme e ha una sana competizione tra di loro, senza prime donne, questo succede. Io ho allestito una squadra per poter competere alla pari con tutti. In questo momento la squadra è cosciente dei propri mezzi e se mantiene questo rendimento darà grandi soddisfazioni ai suoi tifosi".
La rinuncia di Spalletti ai laziali in Nazionale
Lotito, poi, parlando delle ultime convocazioni in Nazionale di Luciano Spalletti (che non ha chiamato alcun giocatore laziale, tenendo fuori dalla sua lista i vari Rovella, Zaccagni, Provedel e Romagnoli) ha sottolineato che "bisogna chiedere al mister, ognuno a casa propria decide quello che vuole. La Nazionale è un patrimonio di tutti, bisogna valorizzare al meglio le risorse ma può darsi che non vengano visti come persone che possono dare un contributo".