ROMA - Lazio-Inter è dentro Marco Baroni e Simone Inzaghi. Li elettrizza, ci elettrizza. Sfida vorticosa, emotiva, d’altissima classifica in un campionato che non ha padroni sicuri. Snodo e voce di molte risposte e verità. Tutte due a 31 punti (nerazzurri con una gara in meno). La Lazio di Baroni per continuare il Grande Volo dopo le serate adulte vissute al Maradona e alla Cruijff Arena, negli stadi degli dei. Per capire se voler vincere vuol dire poter vincere, giocandosela ovunque e contro chiunque. L’Inter di Inzaghi per stare addosso ad Atalanta e Napoli, per ribadire la storia in questa trasferta-trappola, per rifare la zarina, per far vedere che ha di nuovo tutto per difendere lo scudetto. La si vuole padrona in automatico delle partite e degli avversari. Lazio-Inter è dentro Baroni-Inzaghi perché è un modo di raccontare passato, presente, futuro, storie, sentimenti, numeri. Si sovrappongono a due allenatori da panchina d’oro per le imprese centrate l’anno scorso (salvezza miracolosa per Baroni col Verona, scudetto schiacciante per Inzaghi).
Baroni e Inzaghi, due visioni differenti
Baroni ci arriva con l’idea di gioco feroce, offensivo e totale che ha imposto dal primo giorno, facendo della Lazio un’incredibile macchina di guerra, immarcabile per i giochi di ruolo che confondono le marcature. E’ riuscito a sdoppiarla come nessun altro tra campionato e Coppa, fa giocare tutti, applica un turnover tra 7 e 9 uomini a partita. Oggi gli mancheranno Castellanos (squalificato) e Romagnoli (a rischio per la panchina). Lancerà Noslin, confermerà il venerabile Pedro. Si terrà Dia come asso nella manica. Inzaghi ci arriva dopo il turnover scientifico e il ko di Leverkusen, dava l’idea di pensare già all’Olimpico: fuori Lautaro, Barella, Di Marco e Mkhitaryan. Forse era l’Inter, forse no. La Lazio, per Simone, è un amore iniziato e mai realmente finito. E’ una sfida con un passato sempre presente. Vedremo se riuscirà a prendere in contropiede Baroni impedendo tocchi e scambi ai giocolieri della Lazio, scatenando il suo gioco classico. Lazio e Inter elettrizza perché sono due squadre che segnano da diversi territori, entrambe hanno mandato in gol 13 giocatori differenti in A, totale di 26 marcatori. E’ un primato in comproprietà. Hanno un’altra caratteristica in comune: la Lazio è la squadra che in percentuale ha segnato più reti dall’interno dell’area di rigore (il 97%, 29 su 30); l’Inter è la formazione che in assoluto ha realizzato più gol da dentro l’area (32).
Baroni, l’Inter è un tabù
Per Baroni c’è la storia in questa partita. Centrando la vittoria, arrivando a 34 punti dopo 16 giornate, pareggerebbe il cammino di Eriksson nell’anno dello scudetto e sarebbe in scia al cammino di Inzaghi nel 2019-20 (36 punti), anno della corsa scudetto pre-Covid. Con l’Inter ha un conto aperto: non l’ha mai battuta in sei precedenti (un pari e 5 ko). Simone Inzaghi, al contrario, è imbattuto contro Baroni (quattro successi e un pareggio) ed è rimasto imbattuto nelle ultime tre sfide contro la Lazio (2 vittorie, 1 pareggio) dopo che aveva perso due delle prime tre (una sola vittoria). La Lazio è in versione-record: ha vinto otto delle ultime 10 gare di campionato (2 ko), media-gol di 2.1 (21 reti totali). Ha vinto ben tre delle ultime cinque gare casalinghe contro l’Inter in A, anche se ha perso la più recente (2-0 il 17 dicembre 2023, gol di Lautaro e Thuram). L’Inter ha segnato 41 gol in trasferta nel 2024 in campionato, solo in due anni solari ha fatto meglio: 46 reti nel 1949 e 43 nel 2021. Con una vittoria, Inzaghi eguaglierebbe il numero di vittorie in trasferta ottenute sempre in un anno solare di A (sono 12 e se ne erano registrate 13 nel 2007 e nel 2021). Lazio-Inter è bella perché si giocherà con e senza calcoli.