Lazio, carta Pedro per il gran finale
La Lazio di ieri è la Lazio di oggi, ma ha sempre lo stesso uomo a sorpresa: Pedro. Sarri lo sta specializzando nella modalità utilizzata da Baroni, arma finale. L’anno scorso è stato il giocatore che ha segnato di più subentrando, 9 gol (in tutto 10 in campionato, 14 totali). Nell’era dei tre punti il record è di Muriel (11 gol da subentrato). Pedrito è stato sganciato in corsa in tutte e quattro le amichevoli internazionali: al 23’st con il Fenerbahçe, al 14’st con il Galatasaray, al 15’st con il Burnley, al 22’st contro l’Atromitos. Il primo gol del precampionato l’aveva segnato contro la Primavera (ma giocò titolare), l’ultimo ai greci. Di ruolo o da riserva, da ala o da trequartista, da falso nueve: ovunque giochi, comunque sia, è sempre lo stesso Pedro, anche a 38 anni. Non perde bellezza la sua corsa, la sua velocità, il palleggio, i tocchi, la destrezza. Il gol di Rieti l’ha segnato inventandosi una finta delle sue, liberandosi in un lampo, colpendo sotto la traversa. Stile, eleganza magistrale. E’ lo stesso Pedrito che aveva chiuso la stagione l’anno scorso. Il miglior jolly possibile.
La sfida all'amico Fabregas
Lo spagnolo sta preparando la sfida con Fabregas, amico da sempre, suo coetaneo. Uno in campo, uno in panchina. Stesso anno (1987), Pedro è di luglio, Cesc è di maggio. Fabregas ha provato a portarlo a Como l’anno scorso, l’ha raccontato lui il retroscena, risale al finale del mercato estivo 2024: «Contatti con Pedro? L’ultimo giorno di mercato gli ho mandato un messaggio per conoscere la situazione, un mio collaboratore mi aveva detto che era fuori dal progetto e da amico mi sono fatto sentire. Era troppo tardi». Pedro è stato un carissimo nemico l’anno scorso, nel match di andata a Como segnò un gol dei 5 rifilati dalla Lazio: «Fabregas? E’ stato strano vederlo allenatore, ma sono molto felice per lui perché sta facendo un grande lavoro. Gli auguro sempre il meglio perché per me è un amico e conosco molto bene la sua famiglia. Sicuramente farà una bellissima carriera».
