Il piano della Lazio per Isaksen: quando può rientrare© Getty Images

Il piano della Lazio per Isaksen: quando può rientrare

Ancora lavoro differenziato e niente nazionale per essere pronto a metà settembre
Marco Ercole
4 min

Il suo campionato inizierà in ritardo, non per scelta tecnica ma per colpa della sfortuna. Più nello specifico, di un virus. Gustav Isaksen sarà costretto a guardare le prime due giornate dalla tribuna, bloccato dai postumi della mononucleosi che lo hanno frenato proprio nel momento in cui avrebbe voluto mostrare a Sarri di essere pronto a un ruolo da protagonista. Niente Como (sarà escluso dalla lista con Gigot), niente Verona (potrebbe tornare in lista anche se out): la sua nuova stagione parte con un ostacolo da superare e con il dovere di recuperare terreno rispetto agli altri compagni di reparto.

Isaksen in cerca di continuità

Il danese ha iniziato a lavorare in modo differenziato, ma tornerà dopo la sosta di settembre. Non andrà in nazionale, va recuperato il tempo perso. Nel frattempo i suoi concorrenti diretti hanno già alzato la voce. Cancellieri ha sfruttato al meglio le amichevoli estive dando la sensazione di aver trovato nuova linfa dopo mesi in cui sembrava fuori dai radar. Pedro, campione senza tempo, continua a essere una garanzia: anche in ritiro ha dimostrato che la carta d’identità non intacca classe e intelligenza tattica. Due rivali veri, con i quali Isaksen dovrà confrontarsi appena tornerà in gruppo. Lo scorso anno, sotto la gestione Baroni, l’ex Midtjylland aveva dato l’impressione di poter finalmente accendere l’attacco biancoceleste. Tra febbraio e aprile il suo rendimento è stato di livello: gol, assist, accelerazioni che ricordavano le notti europee in Danimarca, quando già aveva mostrato lampi di talento purissimo. Poi, però, si è spenta la luce. E proprio la continuità è rimasta il vero nodo irrisolto.

Opportunità e rilancio

Adesso la sfida è diversa. Sarri lo considera un giocatore dalle potenzialità enormi, ma ancora incompiute. Lo sta aspettando, senza forzare i tempi. Il suo calcio può esaltare le qualità di Isaksen: la ricerca costante dell’ampiezza, gli inserimenti senza palla, i movimenti ad accentrarsi, l’attenzione maniacale alle dinamiche offensive e di copertura. Tutti dettagli che, se interpretati con la giusta applicazione, potrebbero renderlo devastante. Ma c’è bisogno di lavoro quotidiano, disciplina, voglia di reggere il peso della concorrenza. La nazionale danese lo ha già accolto come un punto fermo. Il ct Brian Riemer gli ha dato fiducia, lo considera un titolare per oggi e per il futuro. A Roma, però, la musica è diversa: il talento non basta, serve concretezza. Sarri, in questo, è un allenatore spietato. Con lui gioca chi garantisce intensità e applicazione, senza guardare al nome. Lo ha dimostrato più volte: chi non rispetta i dettami resta indietro, chi li assimila diventa indispensabile.

Il carattere di Isaksen

Per Isaksen, dunque, la stagione si aprirà davvero alla terza giornata. Sarà allora che potrà iniziare il suo percorso verso il definitivo decollo. Non ci sarà più tempo da perdere, perché Cancellieri e Pedro hanno già iniziato a guadagnarsi credito. Il danese dovrà farsi trovare pronto, recuperare in fretta la condizione fisica e dimostrare di avere carattere. Il suo obiettivo è chiaro: conquistare la Lazio. Lo deve a se stesso, al club che ha investito su di lui, a una tifoseria che ha visto in quei due mesi dello scorso anno l’ombra di un campione capace di spaccare le partite. Roma, però, non aspetta in eterno. Toccherà a Isaksen cambiare la sua storia, partendo da quel rientro che deve coincidere con il primo vero passo verso la maturità calcistica.


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