Lazio, il valore di Sarri

Leggi il commento del Corriere dello Sport-Stadio sul ritorno del tecnico toscano sulla panchina dei biancocelesti
Fabrizio Patania
3 min

Quaranta assenze in dieci giornate di campionato, a una media di quattro per ogni partita, raccontano il lavoro enorme di Sarri più del mercato bloccato in estate. Sinora si è arrangiato con i resti della Lazio di Baroni senza calcolare l’inevitabile flessione di Pedro, 38 anni compiuti a luglio, 10 gol nel passato campionato, gli ultimi due per soffiare lo scudetto all’Inter e consegnarlo al Napoli. Anche a San Siro mancheranno Rovella, Castellanos, Nuno Tavares, Cancellieri e forse Romagnoli, la spina dorsale del gruppo che un anno fa aveva inseguito la Champions e si era arreso al Bodø nei quarti di Europa League. Mau è risalito all’ottavo posto con un’altra Lazio. Ha ripescato Basic, risistemato Cataldi in regia e Provedel tra i pali, stava facendo esplodere Cancellieri sino a quando non si è stirato, senza l’apporto significativo di un centravanti, perché Taty e Dia neppure giocando insieme si avvicinano a Immobile, i cui 207 gol con la maglia della Lazio hanno nascosto per diversi anni la mancata programmazione di Lotito. Era scontato che Mau, vero maestro della fase difensiva, ripristinasse equilibrio tattico e garantisse la Lazio: grazie a 6 clean sheet in 10 partite e alla seconda miglior difesa della Serie A, ha superato l’emergenza e un calendario sinora complicato (basterebbe ricordare Como, Atalanta, Roma, Juve). Era altrettanto certo che, tornando a giocare con un solo centravanti, sarebbe diminuito il fatturato offensivo. È fuorviante immaginare un traguardo europeo, anzi si trasformerebbe in un boomerang. Sarri, non a caso, ha parlato di transizione. Deve individuare una base di 7-8 giocatori su cui costruire il futuro, se la società lo sosterrà con validi argomenti tra gennaio e giugno, senza sbagliare un acquisto. Il 16 dicembre la nuova Covisoc comunicherà il probabilissimo mercato a “saldo zero”. Tocca a Lotito svegliarsi. Con un altro allenatore, al posto di Mau, sarebbe sprofondato. Inter-Lazio si gioca su un piano inclinato per troppe ragioni, non ultima la sete di rivincita di Acerbi e compagni: aspettano questa partita dal 18 maggio. Chivu ha alzato il baricentro e qualcosa dietro concede, Sarri in contropiede potrebbe approfittarne, ma non si possono seminare illusioni. C’è tanta differenza. Nell’ultima mezz’ora il miglior attacco della Serie A ha prodotto 10 gol su 24. Il segno tangibile di quanto possa incidere una panchina ricca di talento e di soluzioni. Sarri, volendo, attenderà un lampo di Pedro, Vecino o Noslin. Non è la stessa cosa. Meglio dirlo in anticipo. Comunque vada, sarà un successo


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