© LAPRESSE Lazio, l’abilità di Sarri
Erano 75 giorni che la Lazio non vinceva in trasferta, ultima volta a Genova con un rotondo 3-0. E quelli furono anche i soli gol segnati fuori dall’Olimpico in sette partite. Sei volte senza violare la rete. Sarri e i suoi assaltatori devono aver pensato che basta, a questo record europeo non ci tiene nessuno. E hanno continuato a giocare per vincere: dopo la prima espulsione, quando ancora mancava un’ora alla fine; dopo la seconda, quando il fischio finale era lontano solo 10/15 minuti. La volata, il dribbling e il gol di Noslin hanno confezionato il giusto premio all’audacia.
Di Noslin si parla poco e non vorrei uscire dalla serata festaiola del popolo laziale rimproverando a Sarri lo scarso impiego dell’olandese, che si chiama Tijjani, ha 26 anni ed è l’uomo delle grandi imprese (ricorderete i tre gol al Napoli in Coppa Italia e i cinque della salvezza del Verona). Lo volle a tutti i costi Baroni che convinse Lotito a sganciare 16 milioni, impresa colossale, per strapparlo al Verona, poi cadde in un lungo sonno. Ma dove può essere inciampato Sarri? Nel preferirgli a lungo Dia, un po’ troppo a lungo visto il rendimento del senegalese.
Vabbè, ma non è il momento dei rimpianti, quando poi Sarri sta dimostrando una straordinaria abilità nel sopperire alla povertà delle casse. Il Comandante ha motivato la squadra come mai era riuscito neanche nella prima fase laziale: la compattezza, la correzione del suo precedente 4-3-3, meno lezioso e più pratico, la carica a giocatori come Pellegrini, Basic, Cataldi, Cancellieri, Provedel cresciuti fino a essere, qualcuno, quasi irriconoscibili.
Se dobbiamo trovare un neo nella giornata di gloria è nella condotta. Le due espulsioni, che seguono le quattro precedenti, suggeriscono un’aggressività eccessiva che non dev’essere scambiata per generosità. Lo dico in generale e non riferendomi ai casi specifici di Zaccagni e Basic le cui assenze peseranno assai sabato prossimo. Cartellini rossi un po’ eccessivi stando alle immagini che abbiamo potuto vedere. Sventolati da Matteo Marchetti, arbitro di Ostia Lido, faranno discutere assai.
Per il Parma del “bambino” Cuesta, più giovane di tanti giocatori suoi e avversari, un brutto arresto non senza qualche colpa: alle spalle di Valeri (laziale doc, chissà perché mai acquistato), un pericolo costante con le sue volate, e del regista Bernabei, non mi pare di aver visto nessuno brillare.
La seconda vittoria fuori casa rilancia la Lazio verso la zona europea. Intanto scavalca Sassuolo e Cremonese, prossima avversaria, e momentaneamente si porta a un punto dal settimo posto della Juventus. Il resto verrà.
