Lazio, la scelta condivisa

Leggi il commento sull'acquisto di Guendouzi tra le fila dei biancocelesti in questa sessione di mercato
Stefano Chioffi
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In Francia raccontano di un viaggio dei dirigenti dell’Olympique Marsiglia a Cortina per incontrare Lotito nella sua villa. Un retroscena che ricostruisce l’acquisto di Guendouzi, trattativa impostata in montagna quasi venti giorni fa, dopo che Sarri aveva rinunciato a Sow, ritenuto poco adatto al 4-3-3 della Lazio, e manifestato dubbi sull’età del russo Zakharyan, vent’anni, preso ora per tredici milioni dalla Real Sociedad, club abituato a realizzare plusvalenze: Xabi Alonso, Griezmann e Isak. Guendouzi è un nome suggerito da Sarri, che seguiva il centrocampista dai tempi dell’Arsenal, quando Emery aveva spinto sul ds Edu per comprarlo dal Lorient. Ecco perché l’arrivo del francese, nei ragionamenti del presidente Lotito, rappresenta un colpo pensato, voluto e condiviso con il tecnico. Un rinforzo che alza il livello, aumenta la concorrenza interna e rende più ricco il turnover, soprattutto in vista di un girone di Champions che metterà la Lazio di fronte a ll’Atletico Madrid di Diego Simeone (uno dei protagonisti dello scudetto vinto dai biancocelesti nel 2000 con Eriksson), al Feyenoord campione d’Olanda (avversario di Immobile già nella scorsa stagione in Europa League) e al Celtic (undici titoli negli ultimi dodici anni). Sarri è convinto che Guendouzi possa garantire energia, intensità, ritmo, carattere, personalità. Mancava un tipo tosto nei tackle, forte in fase di pressing, abituato a catturare palloni, a distribuirli, a proteggere la difesa. Pochi ricami, tanta sostanza, l’esperienza di un Mondiale in Qatar chiuso al secondo posto con il ct Deschamps. Dinamismo, muscoli, chilometri, colpo di testa. Una risorsa anche sui calci piazzati: caratteristica che la Lazio aveva perduto dopo la partenza di Milinkovic, al quale Lotito aveva offerto sei milioni netti nel tentativo di convincerlo a restare. Guendouzi è differente da l Sergente. Così come da Lucas Leiva e da Almeyda: paragoni suggestivi. Ma a Formello sperano che possa correggere un centrocampo finora piatto, senza ritmo. E diventare un leader, un punto di riferimento, seguendo la traccia del brasiliano e dell’argentino.

Lazio, tutto sui giovani

Di sicuro è un profilo in linea con la politica aziendale della Lazio. Niente trentenni in cerca del contratto della vita, con la prospettiva di bruciare soldi che non si sarebbero rivalutati - per ragioni anagrafiche - in termini di bilancio, ma investimenti orientati su giocatori giovani, ambiziosi e con potenzialità già certificate. Rovella ha ventuno anni, Isaksen ne ha ventidue, Guendouzi, Castellanos e Pellegrini ne hanno ventiquattro, Kamada ne ha compiuti ventisette il 5 agosto . Il giapponese ha saltato la preparazione atletica, deve capire i tempi, i meccanismi e i compiti di una mezzala nel 4-3-3, ma ha vinto l’Europa League e la Coppa di Germania con l’Eintracht e aveva attirato da svincolato l’interesse del Milan, del Napoli, dell’Atletico Madrid e del Borussia Dortmund. La deludente partenza in campionato non ha spinto Lotito, che ha comprato ventiquattro giocatori in tre anni, a incontrare la squadra a Formello: spetta a Sarri, nel rispetto dei ruoli, trovare le parole giuste e le soluzioni per restituire certezze e autostima. Qualificarsi in Champions, nella visione del presidente, deve diventare una regola.


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