Roberto Piccoli: “Mi piaccio così e ringrazio il Lecce”

L'attaccante giallorosso: "Venivo da una stagione piuttosto critica, anche di testa non c’ero. Ma qui mi hanno aiutato a recuperare la fiducia: per me è fondamentale"
Roberto Piccoli: “Mi piaccio così e ringrazio il Lecce”© ANSA
Dennis Magrì
6 min

LECCE - Cappellino nero, sorriso sgargiante e la giusta dose di carica. Pranzo veloce all’Hotel President con il resto dei compagni a intervallare la doppia seduta di allenamento ordinata da Gotti, una rapida lettura al nostro giornale di ieri in attesa di rispondere alle domande. Roberto Piccoli è una scarica di adrenalina, come una “palla matta” rimbalza in campo da una parte all’altra. A Lecce, il centravanti bergamasco di proprietà dell’Atalanta si è ambientato alla grande e sta regalandosi un nuovo inizio.  

Roberto, contro la Salernitana una vittoria liberatoria e ancor più importante perché vi consente di lavorare con maggiore serenità durante questa sosta. 
«È una vittoria che ci serviva tanto. Anche alla luce del percorso in trasferta, dove non avevamo mai vinto. Era fondamentale portare a casa i tre punti anche per dare una scossa a noi stessi e alla classifica».

La capacità di saper soffrire, la compattezza tra i reparti, un equilibrio ritrovato: oltre ai tre punti, cosa vi lascia la vittoria di Salerno? 
«Abbiamo fatto una partita di sacrificio. E lo si è visto anche dal lavoro di noi attaccanti: siamo riusciti a dar manforte alla fase difensiva. A volte ci siamo sacrificati anche un po’ troppo (sorride, ndr), perdendo un po’ di lucidità quando c’era da attaccare, però è emersa la grande compattezza che ci ha permesso di portare a casa un risultato importantissimo».

E poi la grande novità: Piccoli esterno. È stata la mossa a sorpresa del primo Lecce di Gotti. 
«In questo momento dobbiamo essere tutti disponibili nei confronti del mister e giocare dove ci chiede. Io sono nato prima punta, mi piace sentire la porta vicino, ma se c’è da fare l’esterno posso adattarmi perché ho velocità e resistenza».

A proposito di Gotti, una partenza col botto. Ha saputo toccare le corde giuste nella settimana del suo arrivo? 
«Ci ha chiesto di essere uniti, di mostrare un grosso attaccamento alla maglia. E soprattutto concentrazione, di giocare al calcio e di far rivedere quanto avevamo dimostrato a inizio campionato».

A tre punti acquisiti, si è parlato tanto e forse troppo della filosofia di gioco vista a Salerno. Ma forse questo è il momento di essere meno belli e più concreti.  
«Tante volte dovevamo vincere e portare a casa il risultato ma non ci siamo riusciti anche a causa di un atteggiamento un po’ troppo propositivo, pure con le big. Abbiamo lasciato da parte un po’ di punti, adesso non possiamo più permettercelo: dobbiamo raccogliere il massimo bottino, in qualunque modo. Belli o brutti, contano i punti e le vittorie».

E poi, ancor di più sabato scorso all’Arechi, è arrivato un altro messaggio importante: Piccoli e Krstovic possono coesistere e giocare insieme dal primo minuto. 
«Certo che sì. E poi più giochi insieme, più ti cerchi e più vengono le giocate. A me piace attaccare tanto la profondità, sfruttare la mia forza fisica e stare in area: vicino alla porta so di poter far male e l’ho dimostrato con i miei 5 gol. E se non ci fossero stati tutti quelli annullati…».

Il pensiero vola subito a quel gol del 3-2 annullato contro il Milan, in casa e al 94’, tra mille polemiche. 
«È stato un gol bellissimo, poi il Var ha deciso di cancellarlo. Ma è un caos ancora attuale, ogni volta si fatica a capire l’interpretazione degli arbitri. Vado avanti e voglio farne il più possibile, per me stesso ma soprattutto per la squadra».

È la stagione che si aspettava? 
«Fino a questo momento mi è piaciuta, ho segnato cinque gol tra campionato e Coppa Italia. Venivo da una stagione piuttosto critica in termini di infortuni, dovevo recuperare la forma fisica. È stato un anno brutto, anche di testa non c’ero, ma devo ringraziare il Lecce per avermi aiutato a recuperare la fiducia da calciatore: per uno come me, che vuole sentirsi importante, è fondamentale. Non ho giocato tantissimo, ma il mio contributo l’ho sempre dato. E non è ancora finita».

Nel prossimo turno si riparte contro una Roma lanciatissima. 
«Sarà una partita tosta. Però giochiamo al Via del Mare, davanti al nostro pubblico e quindi dovremo spingere per conquistare punti. Il calcio è strano, si vince e si perde con chiunque: tutto è possibile, è il bello di questo sport».

Il futuro non dipende esclusivamente da lei (il Lecce ha il diritto di riscatto, l’Atalanta di controriscatto, ndr) ma il Salento le piace? 
«Tanto. Lecce è una bellissima città. Sono di proprietà dell’Atalanta, vedremo cosa accadrà in estate: è il mio procuratore a decidere con le società. Sicuramente qui mi trovo benissimo, ma il futuro è sempre incerto e io guardo al presente».

Presente che vuol dire salvezza con i giallorossi. 
«Mancano nove partite e ventisette punti, il percorso è ancora lungo. Bisogna pensare partita dopo partita, senza guardare la classifica: siamo tutte lì, chi vince sale e chi perde scende. Abbiamo ancora alcuni scontri diretti da affrontare, massima allerta e bisogna essere pronti a castigare nel momento giusto». 
 
Per concludere, nei giorni in cui in campo scende la Nazionale all’azzurro ci pensa? 
«Il sogno c’è. In questo momento, come dicevo, sto ritrovando la forma fisica e quella voglia di giocare al calcio che avevo un po’ perso per infortuni e ricadute: per un calciatore è un peso importante a livello mentale, anche perché sono giovane. Sto bene e anche i numeri sono dalla mia parte: ho realizzato cinque gol e tanti mi sono stati annullati, ma fa parte del gioco. Voglio solo continuare a spingere». 


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