Milan, Krunic: "Il mio idolo è Kakà". Theo Hernandez: "Mi ispiro a Maldini e Marcelo"

Conferenza stampa di presentazione per i due nuovi giocatori del club rossonero. Il centrocampista bosniaco: "Giampaolo può fare molto bene, ha meritato questa opportunità"
Milan, Krunic: "Il mio idolo è Kakà". Theo Hernandez: "Mi ispiro a Maldini e Marcelo"
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MILANO - "Sono contento di essere qui, nei primi giorni ho riscontrato una sensazione piacevole. I compagni mi hanno accolto molto bene. Sono sereno e spero di poter giocare al fianco dei miei compagni" sono le parole di Theo Hernandez, nuovo difensore del Milan, nella conferenza stampa di presentazione. "E' un grande orgoglio sedere qui al fianco di Maldini, il miglior terzino di sempre. L'ho incontrato la prima volta a Ibiza, mi ha spiegato i programmi del Milan e io ho espresso il desiderio di venire in un club storico", ha dichiarato il calciatore spagnolo. "Da piccolo mi ispiravo proprio a Maldini, poi al Real Madrid sono cresciuto tantissimo grazie ai consigli di un grande giocatore come Marcelo", ha aggiunto.

Milan, le parole di Krunic

"Sono una mezz'ala moderna e gioco in entrambe le fasi, box to box come dicono gli inglesi. Molti mi paragonano ad Hamsik, ma lui è molto tecnico, io ho qualità fisiche. Il mio idolo è Kakà, ma lui è più un trequartista, io una mezz'ala. Penso di avere invece le stesse caratteristiche di Kevin De Bruyne del Manchester City". Lo ha dichiarato il nuovo centrocampista del Milan Rade Krunic nella conferenza stampa di presentazione. Poi, su Giampaolo: "Conosco bene Giampaolo, è stato il mio primo tecnico in Italia e negli allenamenti vedo che non è cambiato tanto, ha una visione di gioco e ci tiene tantissimo. Può fare molto bene, ha meritato questa opportunità. A lui piace fare possesso palla e noi calciatori ci possiamo divertire". Infine, su Bennacer, suo ex compagno di squadra all'Empoli: "Bennacer è fortissimo. Ho giocato con Paredes all'Empoli e insieme a Pjanic in nazionale: penso che Ismael sia molto vicino a loro ed è prontissimo per il salto in una squadra come il Milan. Non ho parlato con lui, ma solo con il direttore sportivo del club toscano chiedendomi come fosse possibile avere in rosa un calciatore così forte".


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