Milan, l'impresa di Pioli

Il tecnico determinante per la vittoria all'Allianz Stadium e per battere per la prima volta nella sua carriera la Juventus fuori casa. Adesso la qualificazione alla Champions è a un passo.
Milan, l'impresa di Pioli© ANSA
Andrea Ramazzotti
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INVIATO A TORINO - Un'impresa firmata da Stefano Pioli. Un'impresa tanto attesa perché il tecnico di Parma a Torino contro i bianconeri non aveva mai vinto in tutta la sua carriera. A voler essere precisi fino a meno di 12 mesi la squadra dove aveva anche giocato durante la sua carriera da calciatore non l'aveva proprio mai battuta. Da dopo il lock down, invece, l'ha messa ko due volte su quattro (compreso il 4-2 a San Siro del luglio scorso) e quest'anno all'andata in campionato ha perso 3-1 a San Siro perché aveva mezza squadra fuori. Ieri sera, invece, ha realizzato un capolavoro e ha compiuto un passo forse decisivo per conquistare la qualificazione alla Champions. Perché se è vero che il calendario mette di fronte a Donnarumma e compagni due avversarie che sono motivate perché in corsa per la salvezza (il Torino in trasferta mercoledì, il Cagliari domenica a San Siro), il vantaggio di tre punti, più lo scontro diretto a proprio favore, rispetto alla Signora quinta è un bel gap a 270' dalla fine del campionato. Il grande obiettivo di inizio stagione, ovvero il ritorno in Champions League, dunque, è a un passo e il merito è molto di Pioli.

IMPLACABILE IN TRASFERTA - Si potrebbe molto discutere sul rendimento del rendimento del Milan in casa, un trend che nel 2021 ha fatto allontanare i rossoneri dalla corsa scudetto e dall'Inter, ma forse è più corretto puntare la lente d'ingrandimento su quello che il Diavolo ha fatto finora (72 punti in 35 giornate, oltre 2 di media a incontro) e sul ruolino di marcia tenuto in trasferta (14 affermazioni in 17 gare: nessuno in Italia ha fatto così; è a -1 dal record stabilito dall'Inter nel 2006-07). C'entra anche il fattore stadi vuoti che consente di scendere in campo a chi gioca fuori con meno pressione psicologica? Forse, ma l'impressione è che ad essere determinante sia la mano di Pioli, il modo in cui ha impostato la squadra anche all'Allianz Stadium. Non ha sbagliato una mossa e con le sue intuizioni ha acuito ancora di più le difficoltà di Pirlo.

BRAHIM E THEO - Il Milan non aveva mai vinto nella nuova casa della Juventus in Serie A. Aveva sbancato Torino nel marzo 2011, ma non si giocava all'Allianz Stadium: segnò Gattuso e Buffon fece un'erroraccio non da lui. Ieri sera, invece, gli eroi sono stati un piccoletto spagnolo che per i bianconeri è risultato imprendibile ovvero Brahim Diaz, un croato (Rebic) subentrato all'infortunato Ibrahimovic e capace di segnare con un tiro da fuori modello PlayStation e un difensore centrale che Maldini e Massara hanno fortemente voluto nel mercato di gennaio per avere una valida alternativa a Romagnoli e Kjaer (Tomori). In particolare l'intuizione Brahim Diaz è stata decisiva, la mossa tattica che ha dato scacco matto a Pirlo. Alla Juventus è stato concesso un solo tiro nello specchio: se quello di Pioli non è stato un capolavoro, poco ci manca.


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