Non può essere il vero Diavolo

Non può essere il vero Diavolo© Getty Images
Xavier Jacobelli
4 min

Disastro totale. Il più brutto Milan degli ultimi tre anni è andato in barca a Londra, rimediando una batosta durissima. Tanto imprevista quanto sciagurata la prova dei Campioni d’Italia, letteralmente surclassati dai Blues che hanno maramaldeggiato, giocando la loro miglior partita della stagione. Graham Potter non ha avuto bisogno di fare alcuna magia, tanto marcato è stato il divario fra un grande Chelsea e un Diavolo mai così piccolo piccolo da quando è tornato in alto.


 
C’è solo una consolazione, magra certo, comunque una consolazione: nonostante il tonfo sordo, secco, brutto, il Milan è ancora in corsa per la qualificazione agli ottavi. Però guai se, martedì a San Siro, quando rivedrà il Chelsea, giocherà ancora così male. In gara ufficiale, i rossoneri non hanno mai vinto a Londra contro un’inglese e nemmeno Pioli è riuscito a infrangere il tabù. Eppure, i Campioni d’Italia avevano iniziato la partita con lo spirito giusto, di fronte ai rivali che ci hanno messo un quarto d’ora per carburare. Poi, dopo due interventi decisivi di Tatarusanu, la squadra di Potter ha sfruttato la sequenza di tre angoli consecutivi innescata dal grande ex Thiago Silva per passare con Fofana, uno dei cinque difensori più costosi del mondo (82,5 milioni di euro al Leicester), in seguito costretto a uscire per infortunio. I marchiani errori rossoneri, a centrocampo e in difesa, troppi e ripetuti, hanno spianato la strada ai Blues. La stessa azione che ha portato al gol di Mount, giustamente annullato per fuorigioco, ha messo a nudo le pecche della retroguardia di Pioli. Sull’altro fronte, l’evanescenza di Leao e Giroud, serviti poco e male, ha reso velleitaria e inconcludente la manovra offensiva. Tant’è vero che Kepa non si è nemmeno sporcato i guantoni per tutto il primo tempo, sino al recupero, quando Krunic ha incredibilmente sprecato l’occasione del pareggio sulla respinta del basco. Il Chelsea non ha fatto cose trascendentali, ma semplici e tremendamente efficaci: pressing alto, geometrie di gioco nitide, precisione nei passaggi, sfruttamento chirurgico delle opportunità. Offerte dai rossoneri. Il Milan pieno di cerotti, a gioco lungo ha pagato l’assenza dei suoi punti di riferimento, in particolare Theo Hernandez e Calabria sulle fasce, con Ballo-Touré spesso e volentieri in difficoltà, Dest non pervenuto. Male anche la condizione atletica dei rossoneri, sovrastati dai rivali sia nella corsa sia nel recupero dei palloni, con Bennacer nettamente al di sotto del suo standard abituale. Sempre fuori partita De Ketelaere che ha costretto Pioli a sostituirlo. Il raddoppio com capriola di Aubameyang, il ragazzo cresciuto a Milanello, ha praticamente chiuso la partita a mezz’ora dalla fine; il tris di James è stato il paradigma di una difesa rossonera allo sbando: in campionato, aveva incassato 9 gol in 8 partite; in Champions, ne aveva subito due in 180 minuti; a Londra ne ha presi tre in 27 minuti fra il primo e il secondo tempo. No, non è questo, non può essere questo il vero Milan. E dopodomani a Milano arriverà la Juve, rilanciatasi in campionato e in Champions. 


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