Leao: "Sono rimasto al Milan non per i soldi, ma per un patto d'amore"

"Chiunque vorrebbe giocare in rossonero, il mio rinnovo non è mai stato un tira e molla per denaro. Sono qui per dimostrare quanto possa ancora dare come calciatore e come uomo". Furlani, Pioli, Ibrahimovic, Maldini: nel suo libro, Rafa spende parole importanti per loro
Xavier Jacobelli
6 min

"Chiunque vorrebbe giocare nel Milan. Volevo rimanere per completare un periodo di crescita che avevo iniziato e per far vedere quanto ancora potevo dare come calciatore e come uomo. La vittoria dello scudetto mi aveva mostrato quanto era bello vincere come collettivo. Il mio rinnovo non è mai stato un tira e molla per questioni di soldi, come molti hanno detto e non avevo nemmeno dubbi sulla direzione tecnica che stava prendendo la squadra. C'è voluto un po' di tempo, ma alla firma il mio pensiero è stato chiaro: non è un patto economico, ma un patto d'amore". La confidenza che lusingherà di certo i tifosi del Milan si legge a pagina 143 di "Smile, la mia vita tra calcio, musica e moda" che Rafa Leao presenta a Milano, mercoledì 28 febbraio, Mondadori Duomo. La stella rossonera l'ha scritto per raccontare se stesso. Chi è, da dove è venuto, dove vuole arrivare, perché vuole continuare a scalare la montagna del successo. Sapendo che, quando arrivi in cima, devi continuare a salire, come stava scritto nel ritiro della Francia di Platini, campione d'Europa '84. Il libro non è e, sicuramente, non poteva essere l'autobiografia di un ragazzo di ventiquattro anni. È , invece, ricorrendo all'emoji cara a Rafa, il surf fra le onde della sua esistenza. "D'altra parte il surf è uno stile di vita più che uno spot dove si è, soli davanti all'Oceano e dove ogni minimo dettaglio può fare la differenza sulla tua vita. C0'è però una cosa che unisce il calcio e il surf: i surfisti qualche volta sbagliano onda, ma dopo tornano sulla tavola e fanno bene. Credo sia il modo giusto di pensare: puoi provare e sbagliare ma devi continuare a imparare, a trovare soluzioni agli errori commessi”.

Furlani e Cardinale

Leao spende parole importanti per alcuni big del Milan. Come l'amministratore delegato Giorgio Furlani e il patron Gerry Cardinale, fondamentali nella soluzione dell'intricato caso Sporting-Lille-Leao, con il club portoghese che reclamava un risarcimento per la rottura del contratto decisa dal giocatore, sotto choc dopo l'aggressione di cui fu bersaglio insieme con i compagni di squadra, assaliti al campo d'allenamento da 50 ultrà, incappucciati brandendo cinture e spranghe di ferro. "Per la legge italiana ora sono finalmente libero dal mio debito. Devo ringraziare anche il Milan, che in quel periodo così difficile mio è sempre stato molto vicino. Devo ringraziare certamente Giorgio Furlani. È una grande persona, ci parliamo spesso; lui cerca sempre di parlarmi in portoghese. La sua presenza e il suo supporto costante mi aiutano a vincere dentro e fuori dal campo, oltre che a crescere come persona. Stessa cosa devo dire di Gerry Cardinale: ogni volta che mi vede parliamo e si vede che lui mi vuole bene e vuole che resti al Milan”.

Maldini e Instagram

I passi del libro dedicati a Paolo Maldini significativi come quelli riservati a Zlatan Ibrahimovic. Il rapporto instaurato con l'allora direttore tecnico è stato fondamentale nella crescita di Leao: "Il primo approccio con Maldini non e? stato dei piu? semplici. Appena arrivato mi prese da parte e mi disse: «Tu giochi per il tuo Instagram, questa cosa deve cambiare, altrimenti continuerai sempre a fare due gol a stagione». Era in parte vero: ero un giovane talento arrivato in una delle squadre piu? forti del mondo, non volevo fare altro che mettermi in mostra. Mi piaceva dribblare, come sapete e avevo un gioco molto spettacolare. Ma non era solo questo: mi piaceva avere il controllo della mia «narrativa» e avevo amici molto bravi con il video editing. Maldini aveva ragione e faceva bene a parlarmi in quel modo. Se non si fosse rivolto così a me, probabilmente non avrei imparato. Senza maleducazione, senza imporre diktat. Non ricordo mi abbia mai detto: «O fai così o te ne vai». Piuttosto: «Se non fai cosi?, non diventerai mai un grande calciatore, fidati». E io di lui mi fidavo, perche? ti metteva nelle condizioni di farlo. Era presente, c’era a tutti gli allenamenti. Sapevi che era un campione e dovevi fidarti di lui per essere migliore. Per raggiungere il successo, perche? lui era stato un calciatore di enorme successo. Qualcuno ha provato a identificare in lui un mio «secondo padre». Le persone hanno questa ossessione, cercare di identificare figure paterne per i calciatori giovani e attribuirgli qualita? da guru. Beh, non lo faro?. Maldini per me non e? stato un secondo padre, ma senza di lui forse non sarei chi sono, e non avrei vinto uno scudetto. Quindi non saro? qui a sindacare sul suo impatto, tutt’altro. E? stato unico, fondamentale, mi diceva sempre che ero un calciatore bellissimo e che lui e suo padre erano degli esteti del calcio. Mi informai sulla sua storia, la sua famiglia, una vera aristocrazia calcistica. Poi ando? via. Vorreste che mi esprima su questo, vero? Non vedete l’ora di leggere qualcosa di estremamente piccante e interessante sulla faccenda, vero? Beh, la verita? e? che non so cosa sia successo, so che da un giorno all’altro e? andato via e tutti noi siamo rimasti spiazzati. Sicuramente abbiamo perso un pilastro che, pero?, e? stato sostituito da altri grandi professionisti come Furlani e Moncada, e ora anche con il contributo di Zlatan”.

Ibra mentality

L'elogio del Totem Svedese è caloroso e conferma quanto preziosa sia la sua figura anche nel nuovo ruolo che Cardinale l'ha chiamato a ricoprire nel Milan: "Per me Ibra e? stato un consigliere e non solo in campo. Mi ha insegnato a non arrendermi e a non mollare mai perche? e? proprio questo il lavoro di noi calciatori e al Milan, tutto e? amplificato come in un megafono. Zlatan mi ha fatto vedere come essere un professionista e come affrontare la partita. La lezione piu? importante che mi ha insegnato e? stata farmi vedere come bisogna sentirsi a essere un calciatore del Milan, dando l’esempio in prima persona e insegnando in ogni allenamento o partita. Ora so che ogni volta che gioco devo sfruttare quell’occasione e devo uscire dal campo senza rimpianti; far vedere la mia determinazione e la forza della squadra e? diventato il mio obiettivo. Che tu sia un giocatore di talento o no, devi dare il massimo. Questa era ed e? la Ibra Mentality".


© RIPRODUZIONE RISERVATA