Milan, tutti i dubbi sull’inchiesta: alcune carte sembrano contraddire i pm

Nuovi sviluppi sul caso che riguarda la proprietà rossonera. Alcuni documenti non sembrano coincidere con la ricostruzione dei pm
Milan, tutti i dubbi sull’inchiesta: alcune carte sembrano contraddire i pm© ANSA
MILANO - Il day after la scossa di terremoto giudiziario, con la Finanza nella sede del Milan, circolavano più dubbi che certezze. Dubbio rimane, ad esempio, poter considerare la Figc alla stregua degli organismi preposti a vigilare sui mercati del risparmio (Consob e Bankitalia) nella fattispecie che i pm contestano a Furlani e Gazidis cioè l’ostacolo alla vigilanza. Dubbia anche la solidità di alcuni elementi alla base della richiesta di perquisire la sede del Milan e gli uffici degli indagati. A cominciare dall’identità dell’indirizzo in cui sono domiciliati sia il veicolo del Delaware utilizzato da RedBird per acquisire il Milan che quelli impiegati a suo tempo da Elliott: lo stesso indirizzo ospita 300.000 imprese perché la società domiciliataria (Ct Corporation) conta tra i suoi clienti le più grandi società americane, da Apple a Coca Cola. 

Ma in realtà spuntano altri documenti (qui riprodotti) che non sembrano coincidere con la ricostruzione dei pm. Anzitutto, laddove affermano che al vertice della catena di controllo del Milan non vi sarebbe RedBird né Gerry Cardinale: un documento pubblicato dall’avvocato Felice Raimondo sul suo sito, estratto dal modello Adv depositato presso la Securites and Exchange Commission (Sec) mostra come la società in questione (Rb Fc Holdings Genpar Llc) sia proprio un veicolo di RedBird con 7,8 miliardi di dollari in gestione. Fondatore e managing partner: Gerald Cardinale. Pure il veicolo di diritto olandese Rb Fund IV che avrebbe pagato a Elliott buona parte del controvalore per l’acquisto del Milan e che secondo la procura «sembrerebbe non riconducibile a RedBird» sembra invece fare capo proprio a quest’ultimo: lo attesterebbe una semplice visura estratta da Raimondo presso la camera di commercio olandese. Viene da chiedersi piuttosto come mai, in presenza delle anomalie evidenziate dai pm, né la Sec americana né le autorità olandesi (competenti per giurisdizione) abbiano avuto nulla da obiettare.


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Le parole di Red Bird

Anche la presenza di uomini Elliott nel CdA (in realtà solo uno: Gordon Singer) non deve stupire alla luce del vendor loan: normale che un creditore si tuteli con patti parasociali e si riservi pure, in molti casi, il diritto di consultazione o addirittura di veto su specifiche questioni. Non si sa neppure se questo sia il caso del Milan ma, per fare un parallelo geograficamente vicino, Oaktree nominò due consiglieri di fiducia nel CdA dell’Inter quando erogò il prestito a Zhang, ottenendo anche la modifica dello statuto per incorporarvi elementi di maggiore protezione delle minoranze, senza che nessuno abbia mai adombrato una situazione di controllo di fatto. Nodi che destano diverse perplessità che i prossimi passaggi dovranno sciogliere. Ieri RedBird ha definito «assolutamente falsa e contraddetta da tutte le prove e i fatti, compresi quelli che presumibilmente sono alla base dell’indagine, la semplice idea che RedBird non possieda e non controlli l’Ac Milan» alludendo all’esposto di Blue Skyes da cui ebbe origine la vicenda. Ribadisce che «non sono in corso discussioni con alcun investitore che potrebbe esercitare un controllo del Club. RedBird è il proprietario di controllo di Ac Milan e tale rimarrà». In effetti, il decreto di perquisizione conteneva la citazione di un documento definito “Investor Presentation” che conterrebbe la struttura di un’ipotetica cessione del vendor loan a un investitore esterno che entrerebbe così nella compagine milanista. Di tale documento non è stata resa nota la provenienza né l’autore, se si tratti o meno della presentazione di un advisor o di professionisti vicini a RedBird. In ogni caso, sembrerebbe materiale di marketing per attrarre investitori, più che un memorandum tra le parti o qualcosa di simile. Si era parlato di Pif, ipotesi già fermamente smentita giorni fa da Scaroni e da quanto ci risulta, raccogliendo fonti vicine a Pif, il fondo saudita non sta valutando investimenti esteri nel calcio. 


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MILANO - Il day after la scossa di terremoto giudiziario, con la Finanza nella sede del Milan, circolavano più dubbi che certezze. Dubbio rimane, ad esempio, poter considerare la Figc alla stregua degli organismi preposti a vigilare sui mercati del risparmio (Consob e Bankitalia) nella fattispecie che i pm contestano a Furlani e Gazidis cioè l’ostacolo alla vigilanza. Dubbia anche la solidità di alcuni elementi alla base della richiesta di perquisire la sede del Milan e gli uffici degli indagati. A cominciare dall’identità dell’indirizzo in cui sono domiciliati sia il veicolo del Delaware utilizzato da RedBird per acquisire il Milan che quelli impiegati a suo tempo da Elliott: lo stesso indirizzo ospita 300.000 imprese perché la società domiciliataria (Ct Corporation) conta tra i suoi clienti le più grandi società americane, da Apple a Coca Cola. 

Ma in realtà spuntano altri documenti (qui riprodotti) che non sembrano coincidere con la ricostruzione dei pm. Anzitutto, laddove affermano che al vertice della catena di controllo del Milan non vi sarebbe RedBird né Gerry Cardinale: un documento pubblicato dall’avvocato Felice Raimondo sul suo sito, estratto dal modello Adv depositato presso la Securites and Exchange Commission (Sec) mostra come la società in questione (Rb Fc Holdings Genpar Llc) sia proprio un veicolo di RedBird con 7,8 miliardi di dollari in gestione. Fondatore e managing partner: Gerald Cardinale. Pure il veicolo di diritto olandese Rb Fund IV che avrebbe pagato a Elliott buona parte del controvalore per l’acquisto del Milan e che secondo la procura «sembrerebbe non riconducibile a RedBird» sembra invece fare capo proprio a quest’ultimo: lo attesterebbe una semplice visura estratta da Raimondo presso la camera di commercio olandese. Viene da chiedersi piuttosto come mai, in presenza delle anomalie evidenziate dai pm, né la Sec americana né le autorità olandesi (competenti per giurisdizione) abbiano avuto nulla da obiettare.


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