Milan, altri dubbi sulla proprietà. La Procura ha una carta, rischio penalizzazione

La società rossonera non è indagata, ma potrebbe essere punita dal punto di vista sportivo. Il giallo del documento nel quale emergerebbe uno schema sospetto: tutti i dettagli
Giorgio Marota
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Continuano a emergere dubbi sulla proprietà del Milan e sulla correttezza del passaggio delle quote da Elliott e Red Bird (club acquistato il 31 agosto 2022 per 1,2 miliardi, metà dei quali prestatigli dal venditore Elliott tramite emissione di prodotti finanziari, il «vendor loan») dopo le perquisizioni del 12 marzo della Guardia di Finanza. All’indomani del blitz, la Figc ha aperto un’indagine e l’attuale ad Furlani, indagato insieme all’ex Gazidis, sarebbe stato già ascoltato dal procuratore federale Chiné.

L'uomo dei conti

Secondo le ricostruzioni di Repubblica, un recente documento farebbe emergere come Red Bird non sia il reale proprietario del Milan, che invece apparterrebbe a un altro fondo d’investimento con sede in Olanda. Il Corriere della Sera cita invece il nome dell'attuale direttore amministrativo Aldo Savi, l’uomo dei conti, che avrebbe fornito durante un'audizione uno dei principali indizi sulla cui base la procura di Milano da settimane costruisce il castello accusatorio: una sorta di presentazione, ricevuta da una manager del fondo RedBird, Elizabeth Owen, dell’attuale assetto preparata per dei colloqui con investitori del mondo arabo. Su questo documento era presente uno schema secondo il quale gli inquirenti penserebbero che il famoso prestito fatto nel 2022 dal venditore Elliott al compratore RedBird tutt’oggi «garantisca a Elliott la proprietà di parte del Milan». Savi, una volta interpellato dalla GdF, l’avrebbe definito «strano» come riporta il CorSera, perché a suo avviso prospettava ai potenziali acquirenti sauditi non l’eventuale cessione di azioni del Milan detenute da RedBird quanto la cessione di un pezzo del debito di RedBird verso Elliott. In più, lo stesso dirigente avrebbe riportato la propria impressione che sulla gestione quotidiana del club pesi ancora una forte influenza di Elliott attraverso gli ex uomini di quest'ultimo come Scaroni, Furlani, Cocirio e altri.

Cosa rischia il Milan, possibili sanzioni

Il club non risulta indagato dalla procura di Milano. Dal punto di vista sportivo, però, va incontro a possibili sanzioni. «Violazioni in materia gestionale ed economica». In due pagine del codice di giustizia sportiva della Federcalcio è tratteggiato il rischio al quale va incontro il Milan, qualora fossero certificate le anomalie sul passaggio da Elliott a RedBird. Fornire informazioni «mendaci, reticenti o parziali» in merito a una cessione di proprietà spalanca gli orizzonti punitivi tratteggiati nell’articolo 31 e approfonditi nell’articolo 8, dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica (sanzione minima) alla retrocessione, fino all’esclusione dal campionato per i fatti più gravi. A tutto questo bisognerebbe poi includere quanto prevede l’art. 4 che impone «lealtà, probità e correttezza». Insomma, lo scenario è complesso e ricco di sfaccettature normative. Il sospetto degli inquirenti è che il club possa aver in qualche modo ostacolato l’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza, nel caso del pallone professionistico affidate alla Covisoc per la gestione ordinaria e, quando c’è un cambio di proprietà, pure alla Coaps, la commissione che stabilisce se i nuovi investitori posseggano determinati requisiti di onorabilità e di solidità finanziaria.


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